- Creato 04 Febbraio 2021
RISTORATORI, FRANCESCO VENTOLA (FDI): "ECCO COME LA REGIONE COMPLICA LA VITA A CHI CE L’HA GIA’ COMPLICATA, 2 MESI DI RISTORI PROMESSI E ANCORA NON DATI"
BARI - Dichiarazione del consigliere regionale di Fratelli d’Italia, Francesco Ventola, a margine dell’audizione dell’assessore allo Sviluppo Economico, Delli Noci, in Commissione regionale.
“Come complicare la vita a chi la vita ce l’ha già complicata!
“E’ quello che sta facendo l’assessorato allo Sviluppo Economico della Regione Puglia, che aveva a disposizione 20 milioni di euro già dallo scorso anno (messi a disposizione dal Governo centrale per i ristori ai ristoratori), e che conosceva la platea dei beneficiari. Tuttavia ha deciso di rendere ancora più difficile il tutto, attraverso protocolli d’intesa con le Camere di Commercio di Bari e Foggia, con il risultato che dopo due mesi i ristoratori dei 20 Comuni che alla vigilia dell’Immacolata furono forzatamente messi - in una Puglia gialla - in zona arancione non vedranno nemmeno un euro per chissà quanto tempo.
“Riavvolgiamo il nastro: il 7 dicembre scorso con un’ordinanza ‘speedy gonzales’ Michele Emiliano impediva la riapertura ai ristoranti di 18 Comuni delle Province di Foggia e Bat e due della Murgia barese. Un danno doppio: sia per i mancati incassi delle prenotazioni già prese, che per la spesa fatta da buttare, a partire dai prodotti freschi.
“Oggi, 5 febbraio, in Commissione regionale abbiamo appreso che ancora in questi giorni la Camera di Commercio sta approntando i bandi per dare i ristori a 3.750 ristoratori che hanno subito ingenti danni da quel provvedimento.
“Riprendo le parole usate – sempre in Commissione – dalla Confesercenti: 'siamo in guerra e i provvedimenti dovrebbero essere urgenti e semplici’, invece la Regione ha complicato una pratica che poteva essere liquidata in una decina di giorni: c’era la somma da destinare (20 milioni di euro, che venivano messi a disposizione dal Governo nazionale), la platea alla quale destinarla identificabile esattamente, che necessità c’era burocratizzare il tutto con l'intervento di un organo intermedio come le Camere di Commercio?
“Non solo, si è perso inutilmente tempo per mettere a punto un protocollo con le Camere di Commercio di Bari e Foggia della durata di 36 mesi: perché tre anni se la pratica riguarda solo 20 Comuni e poco meno di 4.000 pratiche? Se la Regione pensa davvero che occorra tutto questo tempo per soddisfare tutti, forse, non si rende conto che sono passati già due mesi e molte attività potrebbero non riaprire più i battenti”.
- Creato 16 Gennaio 2021
DA DOMANI LA PUGLIA SARA' IN ZONA ARANCIONE
L'assessore regionale alla Sanità, Pier Luigi Lopalco: "Sicuramente andiamo verso l'arancione anche perchè questa decisione è stata presa di concerto con il governo".
BARI - "L'indice di trasmissione nazionale è in aumento per la quinta settimana consecutiva e sopra 1. La Puglia è tra le 9 Regioni ( con Abruzzo, Emilia-Romagna, Lazio, Liguria, Piemonte, Sicilia, Umbria e Valle d'Aosta) che hanno un Rt maggiore a uno nel limite inferiore, compatibili con uno scenario tipo 2. Sicuramente andiamo verso l'arancione anche perchè questa decisione è stata presa di concerto con il governo".
Lo ha detto l'assessore alla Sanità della Regione Puglia, Pier Luigi Lopalco.
"Molte regioni - ha aggiunto - chiedevano un inasprimento delle misure e un'italia "gialla" in questo momento sarebbe stata pericolosa. Quindi, il ministero della Salute e l'istituto superiore di sanità hanno cambiato i parametri per l'assegnazione di questi famosi colori per cui da oggi è più semplice passare in zona arancione e in zona rossa".
- Creato 29 Dicembre 2020
NARDO', Marcello Risi: "Addio a Iolanda Paglialunga. Ci lascia una storica militante della sinistra di Nardò"
"Come una coda velenosa, questo terribile 2020 si è portato via anche Iolanda Paglialunga, donna fra le più care e più coerenti di quella grande comunità di passioni e di sacrifici che è stata la sinistra di Nardò nel novecento. Ci ha lasciato il 27 dicembre."
NARDO' (Lecce) - Nota dell'avv. Marcello Risi, già sindaco della Città dal 2011 al 2016.
"Come una coda velenosa, questo terribile 2020 si è portato via anche Iolanda Paglialunga, donna fra le più care e più coerenti di quella grande comunità di passioni e di sacrifici che è stata la sinistra di Nardò nel novecento. Ci ha lasciato il 27 dicembre.
Suo marito Raimondo Buffo, per tutti Nino, morto già da qualche anno, aveva abbracciato gli ideali della sinistra combattendo la seconda guerra mondiale sul fronte orientale. Disperso dopo la disfatta del Don (dicembre 1942) fu salvato e ospitato da una famiglia di russi.
Rientrato in Italia divenne segretario cittadino del partito comunista italiano nel periodo dal 1949 al 1951, gli anni difficilissimi dell’occupazione delle terre di Arneo.
In quelle lotte e in quella temperie nacquero le storie d’amore come quella fra Nino e Iolanda, impastate di momenti felici, di sacrifici e di politica.
Se ne sta andando, anno dopo anno, la generazione che ha costruito i pilastri dell’Italia civile e democratica. Con il sudore, con il coraggio, con l’onestà, con la nobiltà del lavoro.
Iolanda Paglialunga apparteneva a pieno titolo a questa “trama” di vissuto.
Fu candidata, non eletta, nel partito comunista italiano alle elezioni comunali del 1982, quelle del comizio di Enrico Berlinguer in Piazza Osanna, in assoluto la più grande manifestazione politica, per partecipazione, della storia di Nardò.
Un altro pezzo del grande mosaico della democrazia neritina si stacca e vola in cielo. Un forte abbraccio ai cari figli Giovanna e Palmiro e ai suoi carissimi nipoti.
Ciao Iolanda. Salutaci Nino.
Marcello Risi"
- Creato 05 Gennaio 2021
Scuola, scontro nel Governo sulla riapertura. Matteo Renzi: "Servono tamponi a tappeto tra gli studenti, non banchi a rotelle"
Le scuole superiori riapriranno, al 50%, l'11 gennaio e non il 7. Nel consiglio dei ministri è andato in scena l'ennesimo confronto/scontro tra i partiti della maggioranza: il Pd puntava al 15 gennaio, ma Movimento 5 Stelle e Italia viva chiedevano di ripartire già il 7. Tutto il giorno ieri è stato un susseguirsi di dichiarazioni che facevano del giorno di riapertura dei portoni scolastici un tema dirimente per la tenuta della maggioranza. Già nel pomeriggio il segretario Pd, Nicola Zingaretti, aveva chiesto un rinvio e Matteo Renzi in una trasmissione televisiva tornava ad attaccare il premier Conte e sbottava: "Mi sembra assurdo non sapere se la scuola riaprirà il 7, servono tamponi a tappeto tra gli studenti, non banchi a rotelle". Al tavolo del Governo Franceschini pone il tema come una "questione politica". E la data più adeguata per riaprire le superiori in presenza, secondo i dem, sarebbe quella del 18. "Il rinvio è segno di un caos inaccettabile. Non si doveva arrivare a questo punto quando lo abbiamo detto da mesi che le scuole avrebbero riaperto a gennaio", insistono le ministre renziane Teresa Bellanova e Elena Bonetti. E il M5s se la prende anche con il ministro dei trasporti Paola De Micheli. "L'organizzazione dei trasporti è stata totalmente assente", sottolinea una fonte di governo pentastellata. Alla fine la mediazione cade sull'11 gennaio. Le scuole elementari e medie riapriranno regolarmente giovedì 7 gennaio. Il Cdm alla fine da' il via libera al decreto dove si prevede che il fine settimana del 9-10 sarà "arancione" per tutta Italia mentre negli altri giorni sarà in vigore una fascia "gialla rafforzata" con lo stop, quindi, agli spostamenti tra le regioni. Viene introdotto un rt più rigido per la classificazione di rischio regionali, mentre sui vaccini il decreto introduce una norma secondo cui, qualora un paziente non in condizione di esprimere il consenso libero alla somministrazione sia privo di un tutore legale, sara' il giudice tutelare a rinviare al direttore sanitario o responsabile medico la decisione della somministrazione. - See more at: http://www.rainews.it/dl/rainews/articoli/scuole-riaprono-11-gennaio-fine-settimana-arancione-9e96bde7-6e77-4773-be28-51ce9a614c31.html
- Creato 28 Novembre 2020
Coronavirus e anticipare l’orario della messa di Natale. Popolo e istituzioni in rivolta. Perché capirli. 24: un numero ‘magico’
"Credo di essere tra i 24 italiani che la sera del 24 dicembre non si siede a tavola con i tipici piatti regionali che servono a riempire la pancia prima di uscire ed andare alla messa di mezzanotte ...".
FIRENZE - Nota del Presidente Aduc (Associazione per i diritti degli utenti e consumatori), Vincenzo Donvito.
"Credo di essere tra i 24 italiani che la sera del 24 dicembre non si siede a tavola con i tipici piatti regionali che servono a riempire la pancia prima di uscire ed andare alla messa di mezzanotte, oppure improvvisare una sorta di piccola processione domestica dove, coi più piccoli in testa e la statuina del Bambin Gesù tra le mani a conchiglia, ci si dirige al presepe e depositare la statuina tra il bue e l’asinello sotto lo sguardo guardingo di Maria e Giuseppe, mentre tutt’intorno pastorelli, pecore e attività commerciali e di vita varia, proseguono imperterriti.
Ricordo un anno in cui, con mia figlia tra i cinque e i dieci anni, noi due da soli a giocare, la sera del 24 verso le 24 la piccola mi costrinse a fare l’albero, ma non il presepe.
Ma nonostante questo popolo di 24 persone, credo ce ne sia un altro molto più ampio a cui - sempre con lo stomaco pieno e anche se quest’anno le libagioni dovrebbero essere consumate solo tra i conviventi – piace intabarrarsi, uscire di casa e andare in chiesa a cantare e recitare in attesa dell’anniversario della nascita del figlio di Maria e di Dio *.
Ebbene, a questo popolo, sembra che istituzioni e autorità religiose stiano per dirgli che la funzione religiosa dovrà celebrare la nascita alle 22 e non alle 24. Un metodo, secondo i saggi, di esporsi meno al pericolo di contagio da covid-19.
Io non sono mai stato un grande frequentatore di queste funzioni religiose ** ma non ricordo di aver mai visto assembramenti particolari per arrivare in queste chiese e per strada in quelle ore, le persone che entravano e uscivano, complice probabilmente anche il freddo, non propense ad assembrarsi all’ingresso, ricordo che arrivavano alla spicciolata e a defluivano velocemente all’uscita per lasciare il più presto possibile il luogo di culto e tornare al calduccio domestico.
Crediamo che le autorità vogliano anticipare l’orario dell’anniversario *** per evitare che all’eventuale deroga al presumibile coprifuoco che sarà ancora in atto il 24, non si faccia avanti qualcuno a rivendicare altrettanto diritto (per esempio: un bar dove i religiosi possano gustare un espresso e/o un amaro – ché il caffè a quell’ora spesso non è uso consumare - per meglio digerire il cenone) (o per esempio: una bancarella che, a mo’ di disgraziato senegalese che vende paccottiglie, possa vendere qualcosa che ispiri e coinvolga il credente in transito).
Se guardiamo la questione dal punto di vista sanitario, per quanto noi si possa disquisire in materia, ci sembra che 24 o 22, il 24 possa essere più sicuro.
Se guardiamo la cosa da un punto di vista politico, è in guazzabuglio. Ammesso che ci sia ancora il coprifuoco (****) la sera del 24, e ammesso che le istituzioni non vogliano dare adito ad una girandola di richieste come quelle che abbiamo elencato sopra, perché queste autorità non dovrebbero assumersi l’onere di dire qualcosa tipo: “NO, la deroga è solo per la messa di mezzanotte, visto che di fatto non ci sono pericoli sanitari aggiunti rispetto al contesto, pericoli che invece ci potrebbero essere se concediamo altre deroghe”. Paura di essere più impopolari di quanto in materia presumibilmente siano?
Beh, governare – secondo noi, e non solo - significa anche fare delle scelte che (all’apparenza o meno, dipende dai punti di vista) possono sembrare impopolari. Poi, ai posteri l’ardua sentenza. Che, se ci pensiamo un po’, non ci sembra che potrebbe aver arrecato chissà quali danni, Anzi, forse proprio il contrario perché gli anniversari (come ognuno comanda) fanno bene anche allo spirito di chi deve continuare a vivere le diverse e necessarie restrizioni.
NOTE
* povero Giuseppe…
** ricordo che alcune decine di anni fa, con altri miei amici andavano davanti alle chiese la sera del 24, ché all’ingresso e all’uscita, distribuivamo volantini per cercare consensi e alleati alla nostra battaglia “laica” contro lo sterminio per fame nel mondo… e riscuotevamo un certo successo.
*** si chiama così, e non compleanno, quando si tratta di “cose” importanti.
**** la cui validità in assoluto per la prevenzione sanitaria non abbiamo ancora compreso… ma questo è un altro discorso.
Vincenzo Donvito, presidente Aduc"
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