- Creato 28 Novembre 2020
Coronavirus e anticipare l’orario della messa di Natale. Popolo e istituzioni in rivolta. Perché capirli. 24: un numero ‘magico’
"Credo di essere tra i 24 italiani che la sera del 24 dicembre non si siede a tavola con i tipici piatti regionali che servono a riempire la pancia prima di uscire ed andare alla messa di mezzanotte ...".
FIRENZE - Nota del Presidente Aduc (Associazione per i diritti degli utenti e consumatori), Vincenzo Donvito.
"Credo di essere tra i 24 italiani che la sera del 24 dicembre non si siede a tavola con i tipici piatti regionali che servono a riempire la pancia prima di uscire ed andare alla messa di mezzanotte, oppure improvvisare una sorta di piccola processione domestica dove, coi più piccoli in testa e la statuina del Bambin Gesù tra le mani a conchiglia, ci si dirige al presepe e depositare la statuina tra il bue e l’asinello sotto lo sguardo guardingo di Maria e Giuseppe, mentre tutt’intorno pastorelli, pecore e attività commerciali e di vita varia, proseguono imperterriti.
Ricordo un anno in cui, con mia figlia tra i cinque e i dieci anni, noi due da soli a giocare, la sera del 24 verso le 24 la piccola mi costrinse a fare l’albero, ma non il presepe.
Ma nonostante questo popolo di 24 persone, credo ce ne sia un altro molto più ampio a cui - sempre con lo stomaco pieno e anche se quest’anno le libagioni dovrebbero essere consumate solo tra i conviventi – piace intabarrarsi, uscire di casa e andare in chiesa a cantare e recitare in attesa dell’anniversario della nascita del figlio di Maria e di Dio *.
Ebbene, a questo popolo, sembra che istituzioni e autorità religiose stiano per dirgli che la funzione religiosa dovrà celebrare la nascita alle 22 e non alle 24. Un metodo, secondo i saggi, di esporsi meno al pericolo di contagio da covid-19.
Io non sono mai stato un grande frequentatore di queste funzioni religiose ** ma non ricordo di aver mai visto assembramenti particolari per arrivare in queste chiese e per strada in quelle ore, le persone che entravano e uscivano, complice probabilmente anche il freddo, non propense ad assembrarsi all’ingresso, ricordo che arrivavano alla spicciolata e a defluivano velocemente all’uscita per lasciare il più presto possibile il luogo di culto e tornare al calduccio domestico.
Crediamo che le autorità vogliano anticipare l’orario dell’anniversario *** per evitare che all’eventuale deroga al presumibile coprifuoco che sarà ancora in atto il 24, non si faccia avanti qualcuno a rivendicare altrettanto diritto (per esempio: un bar dove i religiosi possano gustare un espresso e/o un amaro – ché il caffè a quell’ora spesso non è uso consumare - per meglio digerire il cenone) (o per esempio: una bancarella che, a mo’ di disgraziato senegalese che vende paccottiglie, possa vendere qualcosa che ispiri e coinvolga il credente in transito).
Se guardiamo la questione dal punto di vista sanitario, per quanto noi si possa disquisire in materia, ci sembra che 24 o 22, il 24 possa essere più sicuro.
Se guardiamo la cosa da un punto di vista politico, è in guazzabuglio. Ammesso che ci sia ancora il coprifuoco (****) la sera del 24, e ammesso che le istituzioni non vogliano dare adito ad una girandola di richieste come quelle che abbiamo elencato sopra, perché queste autorità non dovrebbero assumersi l’onere di dire qualcosa tipo: “NO, la deroga è solo per la messa di mezzanotte, visto che di fatto non ci sono pericoli sanitari aggiunti rispetto al contesto, pericoli che invece ci potrebbero essere se concediamo altre deroghe”. Paura di essere più impopolari di quanto in materia presumibilmente siano?
Beh, governare – secondo noi, e non solo - significa anche fare delle scelte che (all’apparenza o meno, dipende dai punti di vista) possono sembrare impopolari. Poi, ai posteri l’ardua sentenza. Che, se ci pensiamo un po’, non ci sembra che potrebbe aver arrecato chissà quali danni, Anzi, forse proprio il contrario perché gli anniversari (come ognuno comanda) fanno bene anche allo spirito di chi deve continuare a vivere le diverse e necessarie restrizioni.
NOTE
* povero Giuseppe…
** ricordo che alcune decine di anni fa, con altri miei amici andavano davanti alle chiese la sera del 24, ché all’ingresso e all’uscita, distribuivamo volantini per cercare consensi e alleati alla nostra battaglia “laica” contro lo sterminio per fame nel mondo… e riscuotevamo un certo successo.
*** si chiama così, e non compleanno, quando si tratta di “cose” importanti.
**** la cui validità in assoluto per la prevenzione sanitaria non abbiamo ancora compreso… ma questo è un altro discorso.
Vincenzo Donvito, presidente Aduc"
- Creato 26 Novembre 2020
3BMETEO.COM: “CICLONE MEDITERRANEO nel WEEKEND, MALTEMPO e venti forti su parte d’Italia"
Edoardo Ferrara di 3bmeteo.com: “vortice ciclonico dalla Spagna punterà verso il Tirreno, poi il Sud entro il weekend. Tornano piogge, temporali e vento forte, specie al Sud, Isole Maggiori e versante adriatico; possibili nubifragi”
CICLONE MEDITERRANEO NEL WEEKEND, ECCO DOVE COLPIRA’ – “Nel corso del weekend un vortice di bassa pressione dalla Spagna si porterà verso il Tirreno, attraversando successivamente il Sud Italia” – lo conferma il meteorologo di 3bmeteo.com Edoardo Ferrara che spiega – “già venerdì noteremo un aumento della nuvolosità con qualche pioggia su Sardegna, Liguria, più marginalmente tra Toscana e Lazio. Sarà tuttavia nel weekend che il maltempo entrerà nel vivo su parte d’Italia con l’ingresso sui nostri mari del vortice mediterraneo. Sabato piogge e temporali anche di forte intensità colpiranno la Sardegna, con rischio nubifragi soprattutto sul versante orientale dell’isola, dove non escludiamo dissesti idrogeologici. I fenomeni si estenderanno poi a Sicilia e Calabria, colpendo soprattutto i versanti ionici, e gradualmente anche sul resto del Sud e parte di Abruzzo e Lazio a fine giornata. Altrove sostanzialmente asciutto salvo precipitazioni tra Piemonte sud-occidentale e Liguria, specie di Ponente, ma in progressivo esaurimento, con neve sulle Alpi Marittime dai 1300m”.
“Domenica il maltempo colpirà il Sud con rovesci e temporali anche di forte intensità, concentrandosi poi anche sul medio versante adriatico con piogge tra Romagna, Marche e Abruzzo, occasionali pure su Emilia e Lazio ma in esaurimento. Ancora qualche rovescio si attarderà sulla Sardegna, specie orientale, ma anche qui in graduale attenuazione. Non si escludono locali criticità per piogge forti in particolare su Sicilia, Calabria, Campania, Basilicata, poi anche tra Abruzzo, Molise e Puglia.”
BURRASCHE DI VENTO – “I venti saranno in netto rinforzo, dapprima soprattutto di Scirocco tra Isole Maggiori e Tirreno, con raffiche anche di oltre 70-80km/h, in successiva rotazione tra Tramontana e Grecale su tutti i mari, con bora sull’alto Adriatico” – avvertono da 3bmeteo.com – “saranno possibili locali disagi e criticità, con caduta di alberi e possibili difficoltà nei collegamenti con le Isole Minori per mari in burrasca”.
- Creato 19 Novembre 2020
Giunta Puglia, On. Caroppo (Sud In Testa), caos deleghe su sviluppo e industria
LECCE - «La Puglia non ha e non avrà una politica unitaria per le attività produttive, lo sviluppo e la transizione industriale. Il Presidente della Regione, nominando la Giunta, ha oggi frammentato le relative deleghe tra ben quattro assessorati, il che stride con la moderna esigenza di una politica industriale globale, coerente e a lungo termine».
E' quanto dichiara in una nota l'europarlamentare di Sud In Testa, Andrea Caroppo, membro della commissione industria, ricerca ed energia di Bruxelles.
«Tralasciando considerazioni di ordine politico, mi limito a rilevare come la nuova giunta regionale vede un eccessivo spacchettamento delle deleghe sulle attività produttive. All'assessore Delli Noci vanno "sviluppo economico, competitività, commercio estero, ricerca industriale e innovazione"; all'assessore Bray "tutela e sviluppo delle imprese culturali e turistiche"; all'assessore Pentassuglia l'"industria agroalimentare"; all'assessore Maraschio il "rischio industriale".
E' evidente che così non funziona e non può funzionare. Chi si occuperà, ad esempio, delle decisive transizioni industriali di Taranto e Brindisi? Perché non considerare parte delle politiche per lo sviluppo la componente culturale e creativa, che oggi riguarda quasi tutti i prodotti e servizi, ancor più in Puglia?
La Puglia ha bisogno di un quadro di politica industriale globale, coerente e a lungo termine, che - come richiesto anche dalla nuova strategia industriale per l'Europa - contemperi anche le fonti rinnovabili e i sistemi di monitoraggio e diagnostica dell'ambiente, l'agroalimentare, l'industria culturale e creativa e quella turistica. Dispiace che si siano privilegiate altre logiche».
- Creato 20 Novembre 2020
Salento d'Amare: avanti tutta. La Provincia di Lecce accelera sul suo progetto di un marchio unico per il rilancio del territorio
LECCE - Un unico brand per promuovere il territorio salentino anche a livello internazionale. La Provincia di Lecce lancia la sfida e accelera sul suo progetto di rilancio del marchio "Salento d'Amare", ritenuto centrale nei processi di sviluppo locale e strategico per valorizzare l'identità territoriale, sostenere la competitività del sistema socio-economico e facilitare il posizionamento sui mercati delle produzioni e dei servizi.
Dopo un primo incontro, che ha consentito all'Ente di Palazzo dei Celestini di condividere gli obiettivi generali del progetto e di acquisire indicazioni propedeutiche ad una pianificazione strategica di rilancio del marchio, si è svolto ieri, in videoconferenza, un secondo incontro con un'ampia platea di rappresentanti del mondo universitario ed imprenditoriale. Al centro del confronto, vivace e partecipato, una bozza di documento d'indirizzo con proposte in merito alle scelte strategiche di fondo.
La riunione, presieduta dal presidente della Provincia di Lecce Stefano Minerva e dal capo di gabinetto Andrea Romano, è stata coordinata dal responsabile dell'Ufficio Governance strategica della Provincia di Lecce Roberto Serra.
Hanno partecipato ai lavori, collegati in streaming, il rettore dell'Università del Salento Fabio Pollice con il responsabile della Comunicazione di UniSalento Stefano Cristante, il vicepresidente della Camera di commercio di Lecce Antonio Schipa e il segretario generale Francesco De Giorgio, i presidenti e i dirigenti provinciali di Confindustria, Confcommercio, Api, CLAAI, Cia, Coldiretti, Casartigiani, Confartigianato, Cna, Confesercenti, Confcooperative e LegaCoop.
Soddisfatto il presidente della Provincia di Lecce Stefano Minerva, che dichiara: "Si è lanciata una sfida importantissima, decisiva per il nostro territorio, per il rilancio dello stesso, per sostenerne la competitività e la coesione sociale, per riunire un'intera area sotto una denominazione di sicuro richiamo turistico, mettendo in rete tutti gli attori dello sviluppo attraverso un'operazione d'identità territoriale".
"Il Salento, inteso anche in modo più ampio di quello che possono essere considerati i suoi confini amministrativi, ha tutte le caratteristiche per dotarsi di un unico brand e far conoscere il nostro territorio a livello internazionale, alla stregua di quanto attiene con altre aree ad alta capacità attrattiva", prosegue il numero uno di Palazzo dei Celestini.
"Gli enti pubblici come Provincia, Università e Camera di Commercio, hanno il compito di creare tutte le condizioni perché un territorio, attraverso un marchio, possa rafforzare la sua identità territoriale. Le associazioni di categoria rappresentano settori chiave dell'economia territoriale che, nell'utilizzo di un marchio territoriale, potranno trovare ulteriore forza a sostegno del proprio posizionamento competitivo sullo scenario nazionale e internazionale. Insieme dobbiamo costruire un nuovo scenario di crescita territoriale, in un'ottica ampia di internazionalizzazione dei processi sviluppo locale", afferma ancora Minerva.
"L'incontro di ieri ha rafforzato in noi l'idea che il marchio "Salento d'Amare" rappresenta un importante volano per i processi di sviluppo del nostro territorio e uno strumento strategico dell'attività amministrativa della Provincia. Pertanto, a breve, inviteremo tutto il partenariato istituzionale ed economico alla costituzione di un tavolo operativo che avrà il compito della programmazione delle attività e della redazione del regolamento", conclude il presidente della Provincia di Lecce.
Miriam Ratta
- Creato 19 Novembre 2020
Giunta Puglia, On. Caroppo (Sud In Testa), caos deleghe su sviluppo e industria
«La Puglia non ha e non avrà una politica unitaria per le attività produttive, lo sviluppo e la transizione industriale. Il Presidente della Regione, nominando la Giunta, ha oggi frammentato le relative deleghe tra ben quattro assessorati, il che stride con la moderna esigenza di una politica industriale globale, coerente e a lungo termine».
E’ quanto dichiara in una nota l’europarlamentare di Sud In Testa, Andrea Caroppo, membro della commissione industria, ricerca ed energia di Bruxelles.
«Tralasciando considerazioni di ordine politico, mi limito a rilevare come la nuova giunta regionale vede un eccessivo spacchettamento delle deleghe sulle attività produttive. All’assessore Delli Noci vanno “sviluppo economico, competitività, commercio estero, ricerca industriale e innovazione”; all’assessore Bray “tutela e sviluppo delle imprese culturali e turistiche”; all’assessore Pentassuglia l’“industria agroalimentare”; all’assessore Maraschio il “rischio industriale”.
E’ evidente che così non funziona e non può funzionare. Chi si occuperà, ad esempio, delle decisive transizioni industriali di Taranto e Brindisi? Perché non considerare parte delle politiche per lo sviluppo la componente culturale e creativa, che oggi riguarda quasi tutti i prodotti e servizi, ancor più in Puglia?
La Puglia ha bisogno di un quadro di politica industriale globale, coerente e a lungo termine, che - come richiesto anche dalla nuova strategia industriale per l'Europa - contemperi anche le fonti rinnovabili e i sistemi di monitoraggio e diagnostica dell’ambiente, l’agroalimentare, l’industria culturale e creativa e quella turistica. Dispiace che si siano privilegiate altre logiche».
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