GLI ALLIEVI DEL LICEO “SICILIANI” DI LECCE PROTAGONISTI DEL SAGGIO DI STRUMENTO MUSICALE
- Inserito 21 Luglio 2012
- da Redazione
Si è svolto nei giorni scorsi, nell'atrio del Liceo "Pietro Siciliani" di Lecce, il saggio conclusivo dei corsi facoltativi di strumento musicale attivati nell'indirizzo di studio Pedagogico-Sociale e delle Scienze Sociali.
LECCE - Si è svolto il 5 giugno scorso, nell’atrio del Liceo “Pietro Siciliani” di Lecce, il saggio conclusivo dei corsi facoltativi di strumento musicale attivati nell’indirizzo di studio Pedagogico-Sociale e delle Scienze Sociali. L’iniziativa, in continuità con le esperienze pregresse, scaturisce da un lavoro di progettazione interdisciplinare, realizzato dalle docenti d’ambito - Angela Colonna, Eliana Cosi, Maria Clotilde De Benedetto, Dolores Mancarella, Nicoletta Nardella -, in collaborazione col Delegato alla Comunicazione Istituzionale e con la supervisione del Dirigente Scolastico, prof. Carlo Nestola.
Le proposte di repertorio hanno coinvolto complessivamente novanta studenti frequentanti le classi di pianoforte e chitarra, impegnati nell’esecuzione di brani ascrivibili alla tradizione classica, alle più celebri melodie del panorama pop internazionale, come pure alle peculiarità ritmico-melodiche del Rock irlandese e all’identità etnica del Jazz, con contestuali interventi corali, realizzati anche da una rappresentanza del personale docente.
Le composizioni in programma sono state presentate in uno scenario caratterizzato dalla sperimentazione di arrangiamenti per ensemble di chitarre e pianoforti, opportunamente calibrati dagli insegnanti di riferimento, ideatori e realizzatori di un innovativo percorso curricolare, orientato a valorizzare la pratica strumentale d’insieme, intesa come veicolo espressivo efficace per lo sviluppo integrale della personalità.
Particolarmente numeroso e sensibile si è rivelato il pubblico intervenuto: la partecipazione gratuita all’evento, peraltro, prevista con Delibera del Collegio dei Docenti n. 5/3 del 9 Maggio 2012, è stata riservata specificamente agli studenti della sede centrale e succursale, ai loro familiari, al personale docente ed alle autorità.
La road map del saggio ha tratteggiato il tema dei Diritti Umani, con l’obiettivo di valorizzare le competenze ed i vissuti musicali degli apprendenti, impegnati a realizzare allo strumento e con la voce - sia individualmente che in gruppo - le risultanze tecnico-esecutive ed interpretative maturate, in una logica operativa fondata sulla trasversalità dei linguaggi, nonché sui processi di coscientizzazione dei messaggi presenti nei testi trattati.
Il palinsesto dei lavori, pertanto, ha registrato un’originale ed emozionante proposta di reading, attuata attraverso la presentazione di una missiva speciale, scritta e declamata da un’allieva del Liceo Linguistico “Siciliani”, in ricordo di Melissa, la studentessa deceduta tragicamente il 19 Maggio scorso, nell’attentato di Brindisi.
«L’offerta formativa facoltativa del nostro Liceo - commenta il Dirigente Scolastico - ascrive una consolidata tradizione diffusiva della cultura musicale, sperimentata con forme intenzionali e sistematiche di approcci allo studio di pianoforte e chitarra, nell’ambito dell’Indirizzo Pedagogico-Sociale e delle Scienze Sociali. Esprimo vivo apprezzamento per la sensibilità manifestata dagli studenti e dai rispettivi genitori, convenuti numerosi alla manifestazione di socializzazione delle competenze maturate in tali ambiti disciplinari. Nel corrente anno scolastico sono stati complessivamente centoventicinque gli studenti che hanno aderito ai corsi facoltativi di strumento, contando sulla presenza di personale docente assegnato dall’USR Puglia - Ufficio X (Ambito Territoriale per la Provincia di Lecce). Il “Siciliani”, attualmente, dispone di una specifica dotazione strumentale e di un servizio dedicato al supporto organizzativo (LAMUSIS), cui sono demandati interventi di monitoraggio e pubblicizzazione delle iniziative di settore. L’evento del 5 giugno scorso è stato altresì segnalato all’Ufficio Scolastico Regionale per la Puglia, in quanto rientrante nel quadro delle iniziative dedicate alla Settimana Nazionale della Musica a Scuola, tenuto conto delle indicazioni contenute nella nota AOODRPU - Prot. n. 591, del 4 aprile 2012: il Liceo, infatti, ha aderito alla proposta di costituzione di una banca dati regionale, comprendente le scuole impegnate in azioni di diffusione nel territorio della cultura e della pratica musicale. Tutte le attività didattiche in parola risultano programmate in relazione ai curricula di Educazione Musicale previsti dai suddetti indirizzi studio - attualmente ad esaurimento -, al fine di assicurare la chance di approcciarsi all’apprendimento dell’arte sonora in modo attivo e coinvolgente, maturando specifiche competenze, conoscenze e abilità, in completa sintonia con gli stili comunicativi dei ragazzi e con gli input provenienti dal vasto panorama dei linguaggi espressivi contemporanei».
Per individuare la ricaduta formativa del progetto connesso all’iniziativa, il Responsabile dell’Ufficio Comunicazione Istituzionale ha realizzato un focus tematico, coinvolgendo una rappresentanza dei docenti di strumento musicale.
A COLLOQUIO CON LA PROF.SSA ELIANA COSI COORDINATRICE DEL GRUPPO DISCILPINARE DI EDUCAZIONE MUSICALE DOCENTE DI PIANOFORTE NEI CORSI FACOLTATIVI DI STRUMENTO
D. - Professoressa Cosi, il saggio del 5 giugno scorso è stato caratterizzato dalla dimensione “concertata” del concreto fare musica. Ci descriva i fondamenti didattico-formativi che hanno determinato la valorizzazione della pratica strumentale d’insieme.
R. - La musica è una componente fondamentale della cultura di ogni società e lo studio di uno strumento musicale permette di avvicinarsi al mondo dei suoni in modo diretto e coinvolgente. La prima cosa da ribadire è che la pratica musicale è per tutti, non solo – come si dice in modo superficiale – per chi “è dotato”. Nella nostra esperienza di docenti di musica abbiamo visto ragazzi “stonati” o “aritmici” migliorare incredibilmente la propria musicalità attraverso un esercizio graduale, mai noioso, ma creativo e avvincente, in grado di sviluppare le diverse potenzialità, senza la preoccupazione di graduatorie di merito. L’importante è esserci, partecipare, mettendo a frutto i propri “talenti”: questa è la forza della musica d’insieme, che può diventare nella vita un mezzo per superare le difficoltà, vincere la timidezza, imparare a collaborare e socializzare, rispettare le regole comuni, esprimere la creatività. Tali aspetti sono emersi anche dalle impressioni che hanno manifestato le nostre alunne, al termine dell’esperienza realizzata durante tutto l’anno scolastico.
D. - Come si coniuga la didattica dello strumento musicale facoltativo col curricolo di Educazione Musicale, nell’ambito dell’indirizzo di studio Pedagogico-Sociale e delle Scienze Sociali?
R. - La musica, intesa come formazione, distinta in “istruzione” ed “educazione”, s’inserisce in tutte le aree della personalità: sensoriale, cognitiva, socio-affetiva e psico-motoria. Secondo uno studio condotto da Gottfried Schlaug ed Ellen Winne dell'Università americana di Harvard, “suonare uno strumento favorisce lo sviluppo di molte attività cognitive, anche quelle non strettamente connesse con la musica”. L’apprendimento di uno strumento musicale diventa, quindi, uno “strumento” - inteso come mezzo - prezioso per coniugare in modo consapevole la valenza formativa della musica con gli studi socio-psico-pedagogici nelle Facoltà di Scienze della Formazione, Psicologia e Sociologia. I nostri alunni studiano, d’altronde, non solo storia e teoria della musica o uno strumento, ma anche etnomusicologia, pedagogia e psicologia della musica. Se il legislatore inserì nel vecchio curricolo dell’Istituto Magistrale lo strumento musicale nell’ottica d’insegnamento della musica nella scuola elementare, conviene attualmente segnalare anche la professione emergente del “musicoterapista”, che finalmente in Italia sta prendendo piede in strutture pubbliche e private. Alla luce di tutto ciò, un po’ dispiace che la Riforma della Scuola Secondaria Superiore, avviata a decorrere dall’anno scolastico 2010/2011, non abbia previsto l’insegnamento della Musica nel Liceo delle Scienze Umane e nell’Opzione Economico-Sociale.
A COLLOQUIO CON LA PROF.SSA MARIA CLOTILDE DE BENEDETTO DOCENTE DI PIANOFORTE NEI CORSI FACOLTATIVI DI STRUMENTO MUSICALE
D. - Professoressa De Benedetto, il saggio del 5 giugno scorso ha offerto un concreto esempio della valenza strategica che assume nella scuola la pratica strumentale d’insieme, intesa come fattore educativo catalizzatore dei processi di formazione dei giovani. Ci descriva l’impostazione progettuale del corso facoltativo di strumento (vecchio ordinamento), tenendo conto delle nuove prospettive di valutazione rinvenibili nei più recenti studi di certificazione delle competenze.
R. - Il corso facoltativo di strumento, tipico del vecchio ordinamento, parte dalla volontà dell’alunno di imparare a suonare uno strumento musicale: premessa importantissima e stimolante per l’avvio di un percorso faticoso, ma ricco di soddisfazioni. L’esperienza non è semplice, soprattutto considerando la fascia d’età interessata, dai 14 ai 18 anni; solitamente l’approccio è preferibile avvenga già a sei-sette anni o addirittura in età prescolare.
Purtroppo la realtà è ben diversa, spesso si lavora con ragazze e ragazzi che non hanno mai cantato o che hanno solo una vaga idea di tutto quel complesso di segni che è il linguaggio musicale, per non parlare dell’inestricabile labirinto “tastiera”: mi riferisco allo strumento in sé - pianoforte o chitarra che sia - e alle sue molteplici possibilità timbriche. L’osservazione e la conoscenza dello strumento, attraverso un approccio esplorativo e creativo, è il primo obiettivo che ci si pone. Le improvvisazioni individuali e d’insieme su suoni singoli o clasters sono divertenti e utili nello stesso tempo.
La conoscenza del codice musicale, la corrispondenza segno-suono sono una scoperta continua che “meraviglia” e funge da input per nuovi traguardi. L’allievo è guidato nella scelta del repertorio, che deve piacere necessariamente. Il desiderio di accompagnare una solitaria melodia con alcuni suoni al basso e poi con accordi sempre più completi, la voglia di suonare ciò che suonano i compagni, lo stimolo all’elaborazione vengono spontanei con l’ampliarsi delle competenze e il potenziamento di quella coscienza estetico-critica che tanta importanza ha per la formazione di un fruitore attento e consapevole. E … se si sbaglia? L’errore è solo costruttivo, le difficoltà esistono per essere superate. La musica non deve essere vissuta con tensione, non è un’occasione per mettere in mostra la propria bravura, è pura espressione di sé, è gioia, è un’arte sacra e come tale direttamente connessa al nostro spirito. Il momento più bello è la pratica d’insieme, anche sul pianoforte.
La condivisione di un unico obiettivo, la consapevolezza del proprio ruolo, la concentrazione, l’ascolto attento, l’interdipendenza positiva, senza rivalità alcuna, è l’esperienza più straordinaria e gratificante del percorso, proprio per l’alto valore socializzante. In quest’ottica non sono certificabili i sorrisi e i gesti di soddisfazione che esplodono alla fine di un’esecuzione soddisfacente, l’allegria briosa - preludio di un brano d’insieme -, la tensione e la concentrazione quasi d’obbligo prima di una performance importante. E’ tuttavia un notevole passo avanti il lavoro avviato dalla rete dei licei musicali per creare finalmente un modello sperimentale di certificazione delle competenze, che potrebbe essere adottato a livello ministeriale e in tutti i corsi di strumento musicale, dai livelli più elementari ai più avanzati, perché non si perdano mai di vista l’individualità e la straordinaria unicità di ogni allievo.
A COLLOQUIO CON LA PROF.SSA NICOLETTA NARDELLA DOCENTE DI CHITARRA NEI CORSI FACOLTATIVI DI STRUMENTO MUSICALE
D.- Professoressa NARDELLA, il saggio del 5 giugno scorso è stato caratterizzato dalla dimensione “concertata” del concreto fare musica. Qual è stata, a tal proposito, la risposta applicativa manifestata dagli studenti?
R. - L’elemento “musica d’insieme” è stato accolto con grande entusiasmo da parte dei ragazzi, i quali, sin dalle prime prove, si sono sentiti catapultati in un contesto musicale complesso e gratificante. Soprattutto, si sono subito resi conto di come l’unione delle singole parti desse luogo ad una complessità musicale che loro non immaginavano; anche dal punto di vista dell’autostima, ogni alunno si è ripagato dello sforzo fatto durante l’anno scolastico,scoprendo come ogni singola nota, frase musicale, seppur nella sua semplicità, risultava indispensabile per la buona riuscita del progetto. Il “fare musica insieme” si è rivelato un importante laboratorio di socializzazione e di convivenza civile, perché la bontà della riuscita finale è stata dettata unicamente dalla positiva partecipazione di tutti e dall’armonizzazione delle diverse competenze.
D. - La progettazione dell’evento, nel promuovere il vissuto musicale degli studenti, si presenta armonizzata sul tema dei Diritti Umani, con richiami ad una variegata antologia musicale. Quale funzione assume, a suo avviso, la scelta del repertorio presentato, a livello di sperimentazione della trasversalità dei linguaggi?
R. - Il tema dei Diritti Umani è risultato di grande interesse per tutti gli alunni: argomento sempre attuale e presente in tutte le discipline di studio. Lo scopo è stato quello di promuovere, attraverso la musica, la diffusione e la difesa dei diritti umani e contribuire quindi a creare nei giovani una nuova coscienza sociale, sopranazionale, interlinguistica e multiculturale. Trasversalmente sono state interessate tante altre discipline oltre alla musica, alcune delle quali hanno dato un contributo significativo nella realizzazione contestuale di presentazioni video e traduzioni di testi. Questo a conferma di come la musica si riveli ancora una volta promotrice di cultura, quindi espressione tanto concreta quanto originale di unione, complicità e rispetto.
Paolo PALOMBA