- Creato 03 Giugno 2019
Grandinate in Salento. Antonio Trevisi (MS): “Ferma la proposta sull’adattamento ai cambiamenti climatici per l’inerzia della Giunta”
Purtroppo ancora una volta la nostra regione è stata colpita da violente grandinate che hanno danneggiato campagne e coltivazioni. Un anno fa ho presentato una proposta di legge che prevede la redazione di un piano di adattamento ai cambiamenti climatici ...".
LECCE - “Purtroppo ancora una volta la nostra regione è stata colpita da violente grandinate che hanno danneggiato campagne e coltivazioni. Un anno fa ho presentato una proposta di legge che prevede la redazione di un piano di adattamento ai cambiamenti climatici, che permetterebbe interventi di mitigazione, adattamento e di messa in sicurezza del territorio, per la quale sono già stati stanziati 100mila euro nella scorsa sessione di bilancio. Purtroppo tutto è ancora fermo perché l’assessorato all’ambiente continua ad ostacolare l’iniziativa senza fornire valide motivazioni se non un elenco delle azioni programmate che nulla hanno a che fare con la predisposizione di una programmazione organica in materia”.
Così il consigliere del Movimento 5 Stelle Antonio Trevisi, ricordando la proposta di legge di cui è primo firmatario e la cui approvazione da parte del Consiglio continua ad essere rinviata.
La proposta di legge prevede l’adozione da parte della Regione di una strategia e di un Piano per definire gli interventi di mitigazione e adattamento agli effetti causati sul territorio dai cambiamenti climatici.
“La strategia e le azioni di adattamento - continua Trevisi - permetteranno di quantificare gli impatti dei cambiamenti climatici sull’ambiente e sui sistemi socio-economici, in modo da definire le priorità degli interventi, soprattutto nell’attuale situazione di limitatezza delle risorse. Visti i rischi e le criticità che il territorio è chiamato ad affrontare non possiamo attendere ancora. Per questo chiedo al presidente della V Commissione Ambiente Vizzino di calendarizzare al più presto l’audizione dell’assessore Stea per avere chiarezza sulla situazione attuale e poter poi procedere all’esame della proposta di legge.”
- Creato 26 Maggio 2019
IL LINGUAGGIO DELLA POLITICA E LA DERIVA DELLA LINGUA
Il linguaggio è pregno di solecismi e strafalcioni. Maltrattare l'idioma nazionale, purtroppo, pare che sia diventato un vero e proprio vezzo linguistico. Forse a qualcuno converrebbe, di tanto in tanto, ricominciare a studiare la lingua italiana.
NARDO' (Lecce) - Da più parti si evidenzia, con doverosa pudicizia, che il linguaggio dei politici sia diventato più astruso e artificioso, ma anche, e soprattutto, più incline all'inosservanza delle regole morfosintattiche e grammaticali, e che l'ironia abbia perso il diritto di cittadinanza attiva.
Il linguaggio della politica, dunque, appare malato, gravemente malato, e la malattia, ancorchè negata dall'infermo, è diventata talmente visibile che gli stessi specialisti, nonostante il disarmante ottimismo, ritengono indifferibile il ricorso generalizzato ad un'appropriata terapia farmacologica.
Si invoca uno stile comunicativo diverso, più diretto e anticonvenzionale. Si chiede il ripristino del primato della politica, come ricerca e affermazione dell'interesse generale. Si auspica un clima politico più sereno e costruttivo, privo della rissosità da ballatoio affermatasi negli ultimi anni. Si spera, infine, che la politica si arricchisca di nuove motivazioni ideali e dimostri di saper esprimere cultura e moralità.
Sappiamo bene che l'essere umano sopporta malvolentieri le informazioni sgradevoli.
Per evitare di mettere in crisi le nostre esigenze più radicate e profonde, preferiamo costruire, come dice il padre della psicoanalisi Sigmund Freud, una sorta di razionalizzazione che ci renda la cosa più sopportabile, oppure, come sostiene lo psicologo sociale Léon Festinger, impegnarci a ridurre la dissonanza cognitiva.
In ogni caso, nonostante gli accademici insegnamenti, è bene ricordare che la verità è spesso d'intralcio alle relazioni sociali: bisogna attutirne le punte infuocate, attenuarne il mordente, ammorbidirla con l'unto della convenzione.
Ovviamente, non è mai opportuno superare i limiti imposti dal buonsenso e cadere nell'ipocrisia, ovvero giustificare, come ebbe a dire Michele Mirabella, riferendosi al Senatùr, finanche la prosa approssimativa, sbilenca, sonora di vernacolari dissonanze, la grammatica rudimentale, la sintassi alla Tarzan e il lessico da piazzista.
"Dal politichese al politicoso", anche la grammatica è diventata "populista". In "Volgare eloquenza" Giuseppe Antonelli analizza così com'è cambiata (in peggio) la lingua della politica dalla prima alla terza Repubblica. Obiettivo principale: puntare sul "rispecchiamento" degli elettori che si ritrovano in chi parla sgrammaticato, con volgarità o per luoghi comuni. Così "nel momento stesso in cui si mitizza il popolo sovrano, in realtà lo si tratta come un popolo bue"
Un vocabolario sempre più ristretto, discorsi fatti in parole davvero povere , con molte frasi fatte, motti alla moda, sfondoni, parolacce, formulette trite non da salotto ma da tinello tv.
Un italiano grossolano, banale, elementare, quasi infantile che moltiplica parole vuote ma all’occorrenza anche gli strafalcioni. La crisi della politica sta dentro la crisi della sua lingua che cambia. Male. Di più: di male in peggio. Berlusconi, colui che come al solito tutto comprende, è stato solo l’inizio, ma in realtà alla fine è l’alfa e l’omega del nuovo idioma. Una noncuranza nei confronti delle regole delle scuole elementari, ma anche nei confronti dell’aderenza alla realtà e del senso delle proporzioni: è così che anche la grammatica è diventata populista, è così che dal politichese si è passati al politicoso.
Il linguista Giuseppe Antonelli, in Volgare eloquenza (Collana Tempi nuovi di Laterza, 144 pagine, 14 euro). Un saggio essenziale, nel senso che toglie il superfluo: con una forma leggera, scorrevole, ironica, Antonelli dà un colpo secco al tavolo stile saloon dei western per scoprire le carte della lingua dei politici della Terza Repubblica. Carte che, nonostante i bluff, non sono esattamente quattro assi.
Il titolo del libro ribalta quello di un’opera (De vulgari eloquentia) con cui Dante certificava che ormai il volgare era “pronto” per sostituire il latino nell’uso corrente perché era “popolare”. Ora, spiega Antonelli, questo concetto è stato gualcito, fino ad uscirne accartocciato: “Oggi l’eloquenza di molti politici può essere definita volgare proprio a partire dall’uso distorto che fa della parola e del concetto di popolo”. Non più popolare, quindi. Semmai “nel momento stesso in cui si mitizza il popolo sovrano, lo si tratta in realtà come un popolo bue”. Ci si rivolge al popolo lisciandolo ma parlandogli come a un bambino abbassando sempre di più il livello. Con parole terra-terra, da poppante (vaffanculo, vergogna, basta, tutti a casa): “E’ uno schifo”, “è infame”, “siamo stufi” dice il leader della Lega Nord Matteo Salvini quasi ogni giorno quasi su ogni argomento, dalle pensioni alla difesa dell’olio pugliese. O viceversa con espressioni così universali da assomigliare alla pace nel mondo auspicata dalle concorrenti di Miss Italia (andiamo avanti!, verso il futuro, un futuro meraviglioso, pieno di sfide, sfide che vinceremo, ché siamo tantissimi). “Si può fare di più e meglio, facciamolo insieme – ha detto Matteo Renzi durante la direzione del Pd di dieci giorni fa – L’Italia ha bisogno di una comunità politica che abbia al centro il futuro dei figli”.
Insomma, si è stanchi dei solecismi e degli strafalcioni. Maltrattare l'idioma nazionale, purtroppo, per molti politici, compresi, ovviamente, i ministri della Repubblica e i Segretari di partito, pare che sia diventato un vero e proprio vezzo linguistico.
Forse a qualcuno, e in particolare a coloro che rappresentano l'Italia e gli interessi nazionali, converrebbe, di tanto in tanto, ricominciare a studiare la lingua italiana, sia perchè lo studio non ha mai fatto male a nessuno, sia perchè si potrebbe beneficiare, in ogni caso, della consueta comprensione popolare e dell'indulgenza che normalmente viene riservata ai somari.
Angelo Losavio
- Creato 18 Maggio 2019
NARDO', ARRIVA L’ILLUMINAZIONE PUBBLICA SU SEI VIE DEL TERRITORIO COMUNALE
I primi pali di pubblica illuminazione sono stati fissati lungo strada Pantalei Tagliate e si proseguirà subito con via Mariano e via degli Speleologi in zona Pagani e successivamente con strada Olivari (una parallela alla strada provinciale n. 359 per Avetrana), via degli Astronauti (zona stadio) e la strada provinciale n. 17 per Gallipoli.
NARDO' (Lecce) - È iniziata nei giorni scorsi l’installazione di punti luce in sei vie del territorio comunale da sempre sprovviste di infrastrutture e servizi primari.
I primi pali di pubblica illuminazione sono stati fissati lungo strada Pantalei Tagliate e si proseguirà subito con via Mariano e via degli Speleologi in zona Pagani e successivamente con strada Olivari (una parallela alla strada provinciale n. 359 per Avetrana), via degli Astronauti (zona stadio) e la strada provinciale n. 17 per Gallipoli.
In quest’ultimo caso, il Comune di Nardò, oltre a fornire di pubblica illuminazione il tratto di propria competenza, completerà anche il tratto successivo, di cui è titolare la Provincia di Lecce, che dovrà dare l’assenso formale di rito. I pali sono dotati di luce a led di ultima generazione. L’intervento sarà completato entro l’estate.
Le risorse che l’amministrazione comunale sta utilizzando in questo caso sono a disposizione nell’ambito del generale progetto di riqualificazione energetica e di adeguamento degli impianti di pubblica illuminazione in città da oltre 2 milioni e 700 mila euro, affidato all’associazione temporanea di imprese Cpl Concordia-Alfa Impianti.
“Con questo intervento - spiega il vicesindaco e assessore ai Lavori Pubblici Oronzo Capoti - portiamo l’illuminazione in arterie del territorio comunale che sono densamente abitate e in qualche caso, come strada Pantalei Tagliate, anche piuttosto trafficate. Sono zone della città verso cui abbiamo un debito morale elevatissimo perché letteralmente dimenticate nei decenni scorsi e lasciate senza infrastrutture e servizi. La differenza con il passato sta qui: gli altri sulle periferie si fermavano ai programmi elettorali, noi diamo corpo e sostanza ogni giorno all’agenda di governo. Ovviamente non sono le uniche strade ad aver bisogno, ma abbiamo deciso di partire da queste perché hanno a tutti gli effetti una dimensione urbana, per le tante famiglie che ci vivono. C’è il decoro e c’è la vivibilità, ma anche una questione squisitamente legata alla sicurezza, soprattutto nel caso della Nardò-Gallipoli, che soprattutto d’estate è percorsa da centinaia di macchine al giorno e che spesso è teatro di incidenti, anche molto gravi”.
- Creato 21 Maggio 2019
Spiagge e fondali puliti 2019. Legambiente Puglia presenta l’indagine Beach litter e il vademecum ‘Per una strategia plastic free’. Giovedì 23 maggio 2019 ore 10.30
Legambiente Puglia presenta l’indagine Beach litter e il vademecum ‘Per una strategia plastic free’. Giovedì 23 maggio 2019 ore 10.30. Sala stampa Legambiente Puglia Via della Resistenza, 48 - Bari
BARI - Spiagge e fondali puliti, la campagna di Legambiente volta alla tutela del mare, torna il 25 e 26 maggio, coinvolgendo migliaia di volontari in una pulizia collettiva di arenili e spiagge.
Nell’ambito dell’iniziativa saranno illustrati i dati dell’indagine Beach litter 2019 svolta da Legambiente Puglia.
Per sollecitare le Amministrazioni a intraprendere un percorso di riduzione, sostituzione e corretta gestione dei materiali in plastica, l’associazione ambientalista presenta il vademecum Per una strategia plastic free, realizzato in collaborazione con Chimica Verde Bionet, con azioni a breve e lungo termine.
Durante la conferenza sarà proiettato il video realizzato con drone da Legambiente Bari, che fotografa la presenza di rifiuti nelle aree Cala San Giorgio, Foce di Lama Balice e costa sud di Bari.
Interverranno:
Francesco Tarantini, presidente di Legambiente Puglia
Vito Bruno, direttore generale di Arpa Puglia
Contrammiraglio Giuseppe Meli, Direttore Marittimo della Puglia e della Basilicata ionica
Domenico Vitto, presidente di Anci Puglia
- Creato 16 Maggio 2019
NARDO', A TORRE INSERRAGLIO NASCE LA SPIAGGIA DEDICATA AGLI AMICI A QUATTRO ZAMPE
In una porzione del litorale neretino sarà consentito il libero accesso e la permanenza dei cani, in ossequio alla legge della Regione Puglia n. 56 del 17 dicembre 2018 che ha introdotto le norme per l’accesso alle spiagge degli animali da affezione.
NARDO' (Lecce) - In una porzione del litorale neretino sarà consentito il libero accesso e la permanenza dei cani, in ossequio alla legge della Regione Puglia n. 56 del 17 dicembre 2018 che ha introdotto le norme per l’accesso alle spiagge degli animali da affezione.
La giunta guidata dal sindaco Pippi Mellone ha individuato l’area dedicata agli amici a quattro zampe in una zona di circa 9800 metri quadri a nord di Torre Inserraglio (area demaniale libera) in cui agli animali sarà consentito accedere accompagnati dal proprietario o altro detentore.
Mentre nello specchio d’acqua antistante sarà permessa la balneazione (ogni proprietario potrà tenere in acqua sino a quattro animali contemporaneamente), sempre in presenza del conduttore in acqua e sotto la sua stretta sorveglianza e responsabilità. Si può raggiungere l’area dalla strada provinciale n. 286 svoltando su via Socrate.
A breve, l’amministrazione comunale installerà apposita cartellonistica multilingue con le prescrizioni previste.
Il Piano comunale delle Coste, com’è noto, stabilisce espressamente che in aree non appositamente autorizzate, attrezzate e segnalate, date in concessione o per la libera fruizione, durante la stagione balneare è vietato condurre o far permanere qualsiasi tipo di animale anche se munito di museruola, guinzaglio e microchip.
Premesso questo, la recente legge regionale n. 56 prevede che i Comuni rivieraschi individuino tratti di spiaggia libera nel quale l’accesso e la permanenza siano consentiti.
A condizione che i proprietari e detentori rispettino una serie di prescrizioni di carattere igienico-sanitario, cioè il fatto di detenere idonea certificazione sanitaria dell’animale, di essere in regola con le vaccinazioni, di poter essere identificati con microchip, di dotarsi di ombrellone, riserva d’acqua, attrezzatura per la raccolta delle deiezioni.
“Abbiamo ritenuto - spiega l’assessore all’Ambiente Mino Natalizio - di adeguarci immediatamente alla legge regionale, che regolamenta finalmente l’accesso degli animali in spiaggia. Un’esigenza sociale molto diffusa visto l’elevatissimo numero di famiglie, ad esempio di turisti, ma anche di neretini, che detiene uno o più animali domestici. In questi mesi gli uffici comunali, che ringrazio, hanno fatto un ottimo lavoro e quindi anche la nostra costa avrà a Torre Inserraglio un’area riservata ai cani. È un modo per tutelare la salute pubblica e l’ambiente, promuovendo la protezione degli animali e l’educazione al rispetto”.
“Finalmente - aggiunge il consigliere delegato al Randagismo Gianluca Fedele - chi possiede un cane potrà beneficiare di una spiaggia dedicata, evitando infrazioni alle regole e magari sovente qualche piccolo dissidio con i bagnanti. Quella della Regione è una misura di civiltà e di buon senso, che credo metta tutti d’accordo. La delibera della nostra giunta arriva alla fine di un percorso condiviso da uffici, assessorato e guardie zoofile, che meritano in modo particolare il nostro ringraziamento”.
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