Sen. Vincenzo Barba: “Armiamoci e partiamo per salvare il calcio a Lecce. L’era dell’armiamoci e partite… sembra essere finita”

 

"Nel ringraziare, da salentino e da semplice sportivo, la famiglia Tesoro ed il patron Savino per la disponibilità dimostrata, la tanta voglia di fare e i numerosi sacrifici sostenuti per reggere le sorti sportive del calcio leccese e salentino, sono ad invitarli a non demordere e a non desistere." Lo afferma in una nota il Sen. Vincenzo BARBA.

 

LECCE - "Nel ringraziare, da salentino e da semplice sportivo, la famiglia Tesoro ed il patron Savino per la disponibilità dimostrata, la tanta voglia di fare e i numerosi sacrifici sostenuti per reggere le sorti sportive del calcio leccese e salentino, sono ad invitarli a non demordere e a non desistere."

 

Lo afferma in una nota il Sen. Vincenzo BARBA, che così prosegue: "Io stesso, in prima persona, nei prossimi giorni, mi darò da fare per trovare un gruppo di imprenditori, seri, motivati ed economicamente forti - augurandomi veramente di poterli trovare -che abbiano a cuore le sorti del Lecce calcio per affiancare la Famiglia Tesoro nella guida della società, poiché sono convinto che l’anno prossimo sarà quello buono e che nel 2016 il Lecce potrà dapprima tornare in Serie B e da lì, successivamente, spiccare il volo nella categoria che merita e nella quale ha militato per anni.

 

Perché ciò accada occorrono, però, una serie di buone prassi comportamentali:

 

 1) La famiglia Tesoro deve mettere in soffitta quest’idea sbagliata di mollare tutto e andarsene. Così si crea malumore e incertezza tra i tifosi e non è giusto, in questa fase, seminare insicurezza sul futuro calcistico del Lecce, ricordando a tutti quanto il calcio sia importante come volano di sviluppo sociale ed economico;

 2) È finita l’era di ‘un uomo solo al comando’ nella guida delle società di calcio. Se perfino dei big come Silvio Berlusconi e Massimo Moratti chiedono l’aiuto di magnati orientali, figuriamoci se noi nel nostro Salento possiamo pensare che una famiglia, da sola, possa reggere la serti calcistiche di una squadra dalle forti e giuste ambizioni. Perciò, bisogna entrare nell’ottica di idee che soltanto unendo le forze si può dar vita a progetti solidi;

 3) In qualsiasi impresa, anche in quella sportiva e calcistica, è l’argent qui fait la guerre. È impensabile, senza investire risorse economiche, poter tagliare qualsiasi traguardo. Ci vogliono (imprenditori  e/o professionisti che dir si voglia) disposti ad impegnarsi nel settore, anche, perché no, con legittime aspettative di un minimo rientro. Ma intanto bisogna dedicarsi anima e corpo ed  investire, senza chiedere soldi alle amministrazione pubbliche (che non ne hanno) e, soprattutto, ai tifosi (che ne hanno ancor di meno);

 

 4) Basta flirtare e tirare per la giacchetta gli ultrà, che vanno solo e soltanto ringraziati per l’amore che ci mettono nel fare il tifo per la maglia, in qualsiasi categoria. La gestione economica di una società è ben altra cosa. Basta con le idee malsane di azionariati popolari che da noi non mettono radici. Devono essere industriali, imprenditori e professionisti – e che tantissimi sono presenti nella piazza leccese – a fare un passo avanti, uomini e donne che tanto hanno ricevuto dal territorio e che devono restituire qualcosa in termini concreti e non di parole vuote.

 

Per questo, come anticipato prima, sarò io stesso in prima persona, unitamente ad altri imprenditori, ad incontrare la Famiglia Tesoro per metterci intorno a un tavolo e parlare di futuro. Del resto non c’è tre senza quattro e non c’è quattro senza tre; adesso si tratta di fare sul serio, nell’interesse dell’intero Salento.

 

Stesso discorso vale per la città di Gallipoli, lo dico per fugare ogni ombra di dubbio. La mia famiglia è stata sempre nel mondo del calcio e vuole continuare ad esserci, ma c’è bisogno di chiarezza e trasparenza. Non appena l’attuale proprietà avrà fatto un passo indietro, mi darò da fare per trovare le giuste forze che, messe insieme, possano contribuire a dare un futuro calcistico alla “Perla dello Jonio”.

Abbiamo visto tutti in questi anni quanto lo sport possa trainare la socialità e l’economia, ma perché si raggiungano gli obiettivi c’è bisogno che tutte le mani che si agitano in alto a mo’ di ola e a mo’ di applausi, prendano una diversa direzione e si dirigano dall’alto verso il basso in direzione tasche. A buon intenditor poche parole…",conclude l'ex parlamentare gallipolino.