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Inserito 04 Maggio 2025
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da Redazione
Sabato 10 maggio HDL gioca sul campo della Ju-vi Cremona, società fondata nel 1952 presso l'Oratorio di San Luca da un gruppo di giovani guidati da Mario Radi. La Ju-Vi deve il suo nome al motto latino "juventute et viribus", con la gioventù e con la forza.
NARDO' (Lecce) - Cremona e Juvi Ferraroni Cremona 1952 nel destino. Una città e una squadra che, in un modo o nell'altro, entreranno nella storia granata.
Perché il quarto campionato consecutivo di serie A2 HDL Nardò Basket se lo giocherà (molto) in terra lombarda e al cospetto della formazione oroamaranto, che ha chiuso la regular season con appena due punti in più del Toro (26 a 24) e con gli stessi di Livorno e Vigevano, ma con il bonus della classifica avulsa che l'ha collocata al primo posto della griglia play-out (nella quale HDL è quarta).
Quindi, con il fattore campo a proprio favore, che costringerà Nardò a giocare subito due volte in terra lombarda e a misurarsi dalle stesse parti nell'eventuale e decisiva gara 5.
Nel dettaglio, gara 1 e gara 2 sono in programma rispettivamente sabato 10 e lunedì 12 maggio al Pala Radi di Cremona.
Gara 3 ed eventuale gara 4 saranno al Pala San Giuseppe di Copertino di Lecce venerdì 16 e domenica 18 maggio. Infine, lo spareggio sarebbe in agenda mercoledì 21 maggio a Cremona.
Tutte le partite sono state fissate alle ore 20:30. Inutile dire che la Juvi ha un primo, innegabile, vantaggio dal calendario play-out.
Le cose di campo, le formule magiche, i trucchi e le ricette segrete del parquet, coach Matteo Mecacci le sta spiegando ai suoi uomini in questi caldi giorni di maggio.
Qui è doveroso ricordare che Cremona scenderà in campo anche con il proprio patrono, Sant'Omobono, protettore dei sarti pronto a "cucire" l'abito della festa ai suoi e a fare un dispetto al "collega" San Gregorio.
Quella lombarda è soprattutto città di violini e maestri liutai, ma anche di cucina superba.
L'avviso per i tifosi granata in viaggio per il cuore della pianura padana è quello di prendere appunti su marubini (primo piatto tipico, si mangia in brodo e forse non è il periodo più adatto), torrone, sbrizulusa, Pan Cremona e pattona.
Turismo a parte, la Ju-Vi Cremona è una società fondata nel 1952 presso l'Oratorio di San Luca da un gruppo di giovani guidati da Mario Radi (pioniere della pallacanestro cremonese a cui la città ha intitolato il Palazzetto dello Sport). La Ju-Vi deve il suo nome al motto latino "juventute et viribus", con la gioventù e con la forza.
Qualità che hanno tenuto la società per molti anni tra serie B e serie C, fino all'approdo in serie A2 per la prima volta nel 2022. Va detto che il cuore cestistico cremonese è diviso a metà, perché in serie A gioca la Vanoli Basket Cremona.
La Cremona di A2 - una media di 81.1 punti all'attivo e 83.3 al passivo - punta molto su tenacia e intensità e sulla qualità elevata di un paio di singoli, forse tre.
Rispetto allo scorso anno, ha cambiato molto. La squadra che ha raggiunto i playoff (perdendo con Udine ai quarti di finale) non c'è più.
L'unico superstite è l'ottimo Lorenzo Tortù, ala d'esperienza e di grande rendimento, cui si affiancano l'ex Verona Federico Massone e l'ex Vigevano Gianmarco Bertetti.
Uno dei due uomini più pericolosi è senza dubbio il dominicano Eddy Polanco, che ha fatto molto bene nella A2 spagnola e che quest'anno ha avuto una media di 15.8 punti a partita.
L'altro è Eric Washington, tascabile play statunitense (con passaporto maltese) con una manciata di partite in oroamaranto (è arrivato a marzo) e con una media di 16.3 punti a partita.
Molta esperienza in Europa e anche una positiva parentesi a Brindisi per una pedina molto importante dello scacchiere Juvi. Sotto canestro si alternano Simone Barbante e Alessandro Morgillo.
Gli altri componenti del roster sono Yannick Giombini, Alfonso Zampogna e soprattutto il grande ex Andrea La Torre, per lui tre anni a Nardò, l'ultimo dei quali da capitano.
Qualche giorno fa si è aggiunto al gruppo anche il versatile esterno lettone Kristaps Ķilps.
Il condottiero in panchina è Luca Bechi, uno che ha attraversato l'Italia cestistica e che, come detto, punta su una dottrina fatta di lotta e di ferocia, oltre che ovviamente di talento.
Se le sorti di questa sfida play-out dipendessero esclusivamente dai freschi precedenti della regular season, non ci sarebbe storia. Cremona ha rifilato a Nardò due sconfitte e ben 50 punti di gap tra andata e ritorno.
A Lecce la Juvi in stato di grazia di inizio stagione offrì una prestazione solidissima che fece evaporare prestissimo la incerta HDL di quel periodo (finì 72-97).
A Cremona, ad inizio marzo, andò in onda più o meno lo stesso film, con il Toro preso a sberle dai padroni di casa (98-73) e a corto di grinta ed energia.
Se siano stati incidenti di percorso o se la squadra di Bechi si esalta nelle debolezze granata grazie a virtù "strutturali", lo scopriremo presto. In ogni caso, sarà molto utile per il Toro non fare nulla o quasi di quello fatto in queste due pesantissimi passaggi a vuoto.
Ma, come detto, è compito di Matteo Mecacci vivisezionare le due partite e trarne gli insegnamenti più preziosi.
Il destino, in ogni caso, porterà scritto "Cremona". L'auspicio è imporre ai violini di Stradivari di suonare a metà maggio i ritmi frenetici della pizzica.