Il recente decreto sulla scuola visto dalla Fish

Nonostante l'approvazione, sono tante le richieste in sospeso della Federazione Italiana per il Superamento dell'Handicap. Tra queste, l'organizzazione di percorsi di formazione obbligatoria per i docenti curriculari

ROMA - Nei giorni scorsi è stato approvato in Parlamento il decreto scuola. Tra le novità in ballo, anche una serie di indicazioni in materia di inclusione delle disabilità. Diventa obbligatoria, infatti, l'incremento degli apprendimenti sulle didattiche speciali. «Le nostre richiesta in parte accolte. Ma c'è ancora tanto da fare»: così ha commentato Salvatore Nocera, responsabile dell'area normativo-giuridica dell'Osservatorio dell'Aipd sull'integrazione scolastica e vicepresidente della Fish. La formazione dei docenti, infatti, era stata richiesta dalla Fish in maniera esplicita e, soprattutto, non come possibile scelta ma come canale obbligatorio.

«La nostra priorità – spiega Nocera – è e resta l'organizzazione, con il relativo finanziamento, di corsi di formazione in servizio per i docenti curriculari e, in seconda battuta, di corsi iniziali, con un consistente numero di crediti sulla cosiddetta didattica speciale. Questo perché l'alunno disabile non deve essere delegato, per la sua formazione e gestione quotidiana, all'insegnante di sostegno. È invece l'insegnante curriculare a doversene far carico come fa con tutti gli altri suoi alunni».

Sul tavolo delle richieste anche l'abolizione del pagamento per i ricorsi al Tar sui problemi della scuola, con il rischio, però, che la giustizia amministrativa diventi la prassi per ottenere le ore di sostegno spettanti.

Per quanto riguarda la stabilizzazione degli insegnanti di sostegno, «è certamente importante l'immissione in ruolo di circa 26mila docenti, che comporta un doppio vantaggio per gli insegnanti da un lato e per gli alunni dall'altro: a questi infatti sarà assicurata una maggiore continuità della figura di sostegno. Resta però quasi inapplicata la norma che fissa un tetto massimo di 20 alunni nelle classi con uno studente con disabilità: su questo chiediamo e continueremo a chiedere al ministero maggiore attenzione. Infine - conclude Nocera - aspettiamo il ruolo unico del sostegno: ovvero, chiediamo che esista una voce di concorso dedicata proprio a questa figura. Attualmente, invece, gli insegnanti di sostegno diventano tali dopo l'abilitazione in una disciplina. La scelta del sostegno fin dall'inizio sarebbe una scelta certamente più consapevole e non di comodo, come a volte avviene».

Miriam Ratta