Al via le prove Invalsi, oggi i test nelle scuole primarie

Oggi e lunedì il turno della scuole elementari, seconda e quarta classe. Gli studenti che - tra maggio e giugno - sosterranno le prove sono 2,2 milioni. Controcontro questa forma di valutazione i Cobas oggi protestano sotto il Ministero dell'Istruzione e il Coordinamento degli studenti ha annunciato il boicottaggio dei test.

ROMA - "No ai quiz Invalsi": recita così lo striscione srotolato stamani dai Cobas davanti al ministero dell'Istruzione per rendere esplicito il loro dissenso rispetto a quello che definiscono "un rito distruttivo" e l'Unione degli Studenti ha annunciato il boicottaggio dei test lasciando in bianco le prove.

Intanto, nelle aule di tutta Italia una prima tranche di alunni (quelli della primaria) è alle prese con le prove messe a punto dall'Istituto di valutazione per accertare il livello di apprendimento in matematica e italiano. In tutto sono oltre due milioni - 2.259.766 per l'esattezza - gli studenti che a maggio si cimenteranno con i quesiti Invalsi: nelle classi II della scuola primaria 559.313, nelle classi V sempre della primaria 557.566, nelle classi I della secondaria di primo grado 589.843 e nelle classi II della secondaria di primo grado 553.044.

Oggi e venerdì è il turno degli alunni delle scuole primarie (II e V elementare), per proseguire il 14 con i ragazzi delle secondarie di primo grado (I media) e il 16 maggio per i giovani della scuola secondaria di secondo grado; infine, il 17 giugno, circa 600mila studenti dovranno affrontare la prova inserita all'interno dell'esame di Stato conclusivo del primo ciclo di istruzione (licenza media), prova che vale un sesto del voto d'esame complessivo.  

I test sono organizzati in 20 domande per le elementari (a disposizione 45 minuti), 30-35 per le medie (un'ora e 15 minuti) e 50 per le superiori (un'ora e mezza).

Numerose le novità introdotte quest'anno: "Abbiamo deciso di dare più spazio a domande aperte che consentono in matematica risposte più ricche, che favoriscano una maggiore argomentazione, per capire il ragionamento compiuto dallo studente per dare la risposta - spiega Roberto Ricci, responsabile dell'area prove Invalsi - in italiano, domande che richiedono una comprensione complessiva dei testi e anche la grammatica puntiamo a considerarla come strumento di valutazione. Tutto ciò per individuare il lettore più competente più che quello erudito". "La prova per gli studenti di terza media - prosegue Ricci - è costruita con tecniche diverse perchà incide sulla valutazione; è prevista una griglia per assegnare il voto". Le altre prove, infatti, "non hanno incidenza sul percorso scolastico" e hanno il solo obiettivo di "monitorare e fornire indicazioni su dove sta andando la scuola"; "la decisione di comunicare i risultati - sottolinea Ricci - rientra nell'autonomia didattica del docente".

"Le prove - spiega l'Invalsi - vengono restituite a tutte le scuole, cui forniscono un punto di riferimento per confrontare le proprie classi col resto del sistema scolastico"; lo scopo e' "stimolare l'avvio dei processi di autovalutazione da cui le scuole dovrebbero poter identificare propri punti di forza e criticità, individuando possibili interventi di miglioramento", naturalmente considerando il contesto ove la scuola opera e i processi posti in essere.

Secondo l'Invalsi le prove non sono quiz nozionistici - come accusa una parte di docenti e studenti - ma "enfatizzano le conoscenze" "più che le mere conoscenze scolastiche"; quindi "non possono e non vogliono essere 'il' metro di giudizio sul singolo alunno" e anche nel caso della prova parte dell'esame di Stato conclusivo del primo ciclo di istruzione, "il suo peso è solo parziale, con voti per ciscuno studente ristretti nell'intervallo tra 4 e 10". Ma - osserva Ricci - "per far bene le prove Invalsi bisogna aver fatto bene la scuola". Proprio per "accrescere le potenzialita' di utilizzo a fini di autovalutazione e riflessione sulla didattica", la restituzione delle prove alle singole scuole avverrà quest'anno molto prima del solito, all'inizio di settembre.

"Per la correzione e imputazione delle prove di una classe di 26-27 allievi, un team di docenti impiega tra le 3 e le 3 ore e mezza - fa notare Ricci - ma la scuola ha 2 settimane di tempo per trasmetterle. Quest'anno i tempi saranno molto ridotti perche' l'anno scorso l'imputazione era cartacea e ora e' trasmessa elettronicamente". Il rapporto nazionale sarà presentato l'11 luglio e per la prima volta saranno valorizzati anche i dati sulla motivazione e sugli atteggiamenti degli studenti.