“Numerosi mafiosi sono stati assunti con concorsi truccati e chiamate dirette nelle aziende partecipate del comune di Bari. Questo è un dato che emerge chiaramente nel corso del dibattimento che si sta svolgendo nel tribunale di Bari”
ROMA - “Numerosi mafiosi sono stati assunti con concorsi truccati e chiamate dirette nelle aziende partecipate del comune di Bari. Questo è un dato che emerge chiaramente nel corso del dibattimento che si sta svolgendo nel tribunale di Bari.
Basterebbe questa circostanza per gettare un’ombra sinistra, e il termine non è scelto a caso, su chi ha governato la città in questi lunghi anni.
Costituirsi parte civile è paradossale, se si è accusati di intrattenere rapporti e si scambiano favori con personaggi dal chiaro profilo criminale.
Ci troveremmo di fronte a una confusione di ruoli che intorbiderebbe le acque e renderebbe meno nitide le figure di chi realmente dovrebbe sedere sul banco degli imputati.
Di fronte ad accuse così gravi, Decaro e tutta l’amministrazione da lui retta avevano (è oramai un anno che tali rivelazioni sono note) ed hanno l’obbligo di denunciare per calunnia chi millanta (?) relazioni con loro e li chiama in causa con tanta dovizia di particolari.
Lo facciano presto, anche per dare concretezza a quel senso di giustizia che proclamano spesso con un’enfasi sospetta.
Dimostrare che il pentito non è credibile su circostanze così importanti, significherebbe, quindi, che non lo è neppure su quelle che hanno portato in carcere dei probabili innocenti”.
Lo dichiara il deputato della Lega, Davide Bellomo, componente della Commissione Giustizia della Camera.