SIT-IN DEL MRS A S. MARIA DI LEUCA: “REGOLE CHIARE E PRECISE PER LA PESCA NEL NOSTRO MARE”

Obiettivo: fermare la mattanza nei mari del Salento a causa della tecnica della cianciola con cui i pescatori siciliani stanno, in queste settimane, depredando i fondali del mare salentino in provincia di Lecce.

SANTA MARIA DI LEUCA (Lecce) - Obiettivo: fermare la mattanza nei mari del Salento a causa della tecnica della cianciola con cui i pescatori siciliani stanno, in queste settimane, depredando i fondali del mare salentino in provincia di Lecce.
 
Il Movimento Regione Salento, con in testa il presidente e consigliere regionale Paolo Pagliaro, si è ritrovato accanto ai pescatori locali presso il Porto di Santa Maria di Leuca in un sit-in di protesta. Proprio lì, dove meno di due settimane fa il consigliere Pagliaro aveva incontrato il comandante del peschereccio siciliano, il quale aveva assicurato una “ritirata” dalle acque salentine.
Promessa, però, da marinaio, ed è proprio il caso di dirlo perché il peschereccio è ancora nel Salento.
Nemmeno la pioggia ha fermato la manifestazione alla quale erano presenti altri dirigenti, militanti e amici del movimento.
 
Il presidente Paolo Pagliaro, in merito alla questione ha già presentato un’interrogazione urgente all’Assessore regionale alla caccia e pesca, ed ha ribadito: “Ho sposato immediatamente la causa dei pescatori locali che da troppi anni ormai assistono a questo tipo di pesca intensiva da parte di imbarcazioni che arrivano da altre regioni e con questo tipo di tecnica, la cianciola, pescano grandi quantità di pesce. Credo che sia giusto pensare ai possibili oppure ai futuri danni alla fauna ittica che potrebbero essere irreversibili.
Intorno all’attività della pesca ruota l’economia di questo territorio, del nostro meraviglioso Salento, c’è anche qualcosa di abbastanza romantico in questa attività che permette ai locali di vivere del loro pescato, nel loro mare. La pesca di prossimità è qualcosa da tramandare di padre in figlio, così come è sempre stato, per farlo però per prima cosa bisogna difendere il proprio mare da queste incursioni che al limite di tutte le regole impoveriscono il nostro mare. Per questi motivi ho presentato un’interrogazione per chiedere attenzione e regole precise, nell’ottica anche del D.P.R. 1639/68 con cui il Capo del Compartimento, può regolamentare questo tipo di situazioni.
Abbiamo uno scrigno di inestimabile valore, ed è il nostro mare, dobbiamo evitare che ce lo rubino distruggendone ricchezza e bellezza. Abbiamo il dovere di combattere questa battaglia, oltre ogni steccato ideologico e politico, uniti, e dobbiamo farlo principalmente per i nostri figli”.
 
Ciò a cui il Movimento Regione Salento si appella è il D.P.R. 1639/68, secondo cui - Il Capo del Compartimento, al fine della tutela delle risorse biologiche del mare, sentita la commissione consultiva locale per la pesca marittima, può stabilire ogni altra disposizione circa la località di esercizio, i periodi di tempo e i tipi degli strumenti pescherecci per la pesca con fonti luminose nelle acque del compartimento.