"Gli agrumi, il pesco, il susino e l’albicocco tolleranti il batterio, così come altre drupacee comunque resistenti all’infezione, potranno costituire una seria alternativa per la rigenerazione agricola."
BARI - “È un risultato storico lo sblocco del divieto di reimpianti di specie ritenute ospiti di Xylella, ma tuttavia poco suscettibili al batterio e con un grado di tolleranza e resistenza che garantisce un loro utilizzo. Ringrazio il ministro Patuanelli con cui ho avuto un colloquio a pochi giorni dal suo insediamento, durante il quale ho chiesto con forza la possibilità di reimpiantare altre specie, oltre all’olivo, sul nostro territorio fortemente compromesso dai disseccamenti. Un ringraziamento va anche all’assessore Pentassuglia, che sta profondendo grande impegno sul tema Xylella e con il quale c’è costante interlocuzione”.
Lo dichiara il vicepresidente del consiglio Cristian Casili.
“Ho sempre sostenuto - continua Casili - che senza la possibilità di ricorso ad altre colture arboree sarebbe stato impossibile rigenerare la nostra agricoltura e il nostro paesaggio. Gli agrumi, il pesco, il susino e l’albicocco tolleranti il batterio, così come altre drupacee comunque resistenti all’infezione, potranno costituire una seria alternativa per la rigenerazione agricola. Il futuro del nostro territorio passa dalla diversificazione colturale, che permetta di lasciarci alle spalle la debolezza della monocoltura. È indubbio che oggi abbiamo più armi a disposizione per un nuovo percorso di ricostruzione. I prossimi passaggi saranno l’individuazione di un piano di ricostruzione e maggiori risorse per i reimpianti che coinvolgano tutti gli attori del territorio. Con l’assessore Pentassuglia si sta già lavorando su alcune Misure del PSR, come la 8.1 e al 8.2, per il rimboschimento e la riforestazione. Perché da un lato dobbiamo favorire il settore agricolo con il reimpianto di oliveti e frutteti, dall’altro dobbiamo investire per l’impianto di specie forestali che sono oggetto di studio e che dimostrino tolleranza al batterio. Anche in questo caso, abbiamo la possibilità di coprire i terreni marginali, penso alle serre salentine, dove è più opportuno investire sul bosco da reddito, attraverso misure di sostegno agli agricoltori, e ai cittadini che detengono piccoli appezzamenti di terreno. Un ulteriore passaggio va fatto per i vivaisti del territorio ai quali va garantita la possibilità di produrre queste specie vegetali. Adesso serve un cronoprogramma serio che calendarizzi gli interventi sulla base di un piano di rigenerazione che consenta al Salento di ricomporre le trame di un paesaggio oggi in rovina. L’impegno che va profuso su questo tema - conclude Casili - deve essere prioritario e la politica a tutti i livelli istituzionali deve comprendere che senza paesaggio non c’è futuro per un territorio”.