"In Puglia arriviamo sempre tardi, spesso ultimi! Centinaia e centinaia di migliaia di pugliesi sono ancora in attesa del vaccino anti-influenzale a fine novembre, con il rischio che i sintomi dell’influenza e del Covid portino maggiore confusione negli ospedali."
BARI - Di seguito la dichiarazione del capogruppo regionale di Fratelli d’Italia, Ignazio Zullo.
“In Sanità il bene più prezioso è il tempo e in prevenzione, forse più che in altri settori, arrivare prima non è importante a far registrare primati, ma serve ad evitare le malattie e l'aggravamento dello stato di salute, le morti e... anche le gare di urgenza come quella per l'allestimento in fiera del mega-ospedale.
“In Puglia arriviamo sempre tardi, spesso ultimi! Centinaia e centinaia di migliaia di pugliesi sono ancora in attesa del vaccino anti-influenzale a fine novembre, con il rischio che i sintomi dell’influenza e del Covid portino maggiore confusione negli ospedali.
Siamo ancora in ritardo con i test rapidi antigenici osteggiati per mesi mentre in altre Regioni hanno un ruolo chiave a livello territoriale nel controllo dell'epidemia e sono effettuati a tappeto.
“Infine, assistiamo all’allestimento di posti letto in fretta e furia nella Fiera del Levante che ai pugliesi costeranno 10 milioni di euro quando abbiamo belli e pronti i presidi ospedalieri riconvertiti. Questo perché ad agosto il duo Emiliano-Lopalco ha pensato più alle grafiche delle slide per spot elettorali che a cercare davvero di ampliare i servizi sanitari. Se non fossimo arrivati dopo (in piena emergenza), ma prima, altre strutture potevano essere utilizzate, magari quelle sanitarie. A cominciare dagli ospedali chiusi e riconvertiti in servizi assistenziali o quelli mai utilizzati come quello di Mottola, diventato ormai uno degli emblemi degli scandali della Sanità pugliese.
“Ci sono casi in cui non si arriva proprio, neppure in ritardo. É un dolore leggere che morti evitabili marchiano la sanità pugliese di inerzia ed inefficienza nel Policlinico di Bari che è il fulcro dell'assistenza e della didattica dove a fermare la diffusione della legionella non è stato il management aziendale ma l'attività giudiziaria.
“É una vergogna che purtroppo non potrà mai sopire il dolore”.