Puglia Plastic free. Mario Conca (M5S): “La Giunta riporti le cucine negli ospedali. Così risparmieremmo 80 milioni di pezzi di plastica all'anno”

“Ben vengano forum, striscioni e manifesti per dire “No alla plastica”, peccato però che la Giunta regionale pur potendo fare azioni concrete rimanga ferma alle buone intenzioni."


BARI - “Ben vengano forum, striscioni e manifesti per dire “No alla plastica”, peccato però che la Giunta regionale pur potendo fare azioni concrete rimanga ferma alle buone intenzioni. Se riportassimo le cucine negli ospedali, come ad esempio è stato fatto al Sant’Orsola di Bologna, elimineremmo almeno 80 milioni di pezzi di plastica all'anno isorisorse, dando allo stesso tempo un pasto di qualità ai pazienti per i quali il buon cibo è parte integrante della terapia”.

 

Lo dichiara il consigliere del M5S Mario Conca.

 

Mentre in Puglia - continua Conca  - ci si è arenati sulla gara centralizzata per la ristorazione ospedaliera da 320 milioni di euro, in Emilia Romagna si è tornati alle cucine interne con prodotti a km zero, che oltre ad essere plastic free garantiscono una maggiore qualità dei pasti. La scusa usata finora dal nostro assessore alla Sanità è che non sia possibile adottare quel modello perché molte cucine ospedaliere non sono utilizzabili non avendo l'agibilità.

Com’è possibile? Vuol dire che dobbiamo dichiarare inagibili tutti gli ospedali che le ospitano? Purtroppo la verità sembra essere un’altra: si pensa più al business che si potrebbe fare con i centri cottura, che alla sostenibilità ambientale, alla gradevolezza dei cibi e alla salute dei pazienti in corsia e dei lavoratori.

Ogni anno si registrano in Puglia all'incirca 500 mila ricoveri ospedalieri che, moltiplicati per 7 giorni di degenza media, equivalgono a 10,5 milioni tra colazioni, pranzi e cene. Quanta plastica potremmo ridurre? Iniziative come quella di stamattina sono utili, così come tutti gli eventi per sensibilizzare al rispetto dell’ambiente e per dire no alla plastica, ma la politica deve far seguire i fatti seri alle parole roboanti”.