"Il bisogno di vivere l’esperienza della Leopolda è scaturito dalla voglia di provare quelle emozioni che da lungo tempo non avvertivo e che solo una manifestazione piena unicamente di contenuti programmatici consente di rivivere."
NARDO' (Lecce) - Rino Dell'Anna, consigliere nazionale del Movimento Cristiano Lavoratori e Presidente di Efal Salento - Ente di Formazione ed Addestramento Lavoratori, è stato Parlamentare nella XIV^ Legislatura e Sindaco di Nardò. Da giovane si è formato nella Democrazia Cristiana militando nel gruppo di Aldo Moro. Ha aderito di recente ai Comitati di Azione Civile, promossi da Matteo Renzi, ed ha contribuito alla nascita ufficiale di Italia Viva.
D - On. Rino Dell’Anna ci racconti perché ha deciso di recarsi a Firenze e partecipare alla decima edizione della Leopolda.
R. - Sono stato in politica a lungo. Fino al 2010 ho ricoperto diversi ruoli sia politici che amministrativi: la politica per me è stata una scuola ed un privilegio. Dopo un lungo periodo di stasi nel 2016 ho deciso di rompere con le perplessità ed ho sostenuto con coraggio il referendum costituzionale proposto dal Governo Renzi, in quanto fortemente convinto che la stagione delle riforme era alle porte. Non so se fu una scelta lungimirante o un bisogno naturale scaturito dalla lunga astensione dall’attività politica. Il coraggio di sbagliare e di perdere non è una condizione psicologica, è un fattore politico che ha appassionato tanti “vecchi” militanti del cambiamento, accanto a tanti nuovi che si apprestano a compiere le prime esperienze di scouting sociale e politico.
Il bisogno di vivere l’esperienza della Leopolda è scaturito dalla voglia di provare quelle emozioni che da lungo tempo non avvertivo e che solo una manifestazione molto partecipata e molto frizzante, piena unicamente di contenuti programmatici, che guarda al futuro, che coinvolge persone che con la politica hanno sempre avuto poco a che fare e che sono interessati al merito più che agli organigrammi dei partiti come la Leopolda, ti consente di rivivere.
D. - Secondo lei nel nostro Paese, dove in questi ultimi anni si sono affermati il populismo e il sovranismo, c’è ancora spazio per un partito riformista? C’è ancora spazio per un approccio ottimista?
R. - Credo che ci sia molto spazio per un partito che vuole occuparsi davvero dei problemi degli italiani. Noi di Italia Viva vogliamo caratterizzarci, fuori da ipocrisie, per la decisa volontà che sentiamo di assumerci delle responsabilità e non abbiamo paura dello scontro perché vogliamo fare le riforme, cambiare le cose. E c’è un grande pezzo di Paese che si rende conto che l’immobilismo produce passi indietro. Chi è immobile in questa società fa passi indietro e non possiamo permettercelo. Io credo che ci sia un grande spazio. Dobbiamo metterci molta energia, molta empatia, molta determinazione. Tutte capacità che vogliamo mettere in campo.
Noi vogliamo essere il partito della gente normale, quella che ha bisogno che il legislatore faccia la sua parte. Siamo il partito di chi ha bisogno che la tassazione non diventi più pesante perché altrimenti ne soffre, il partito di quelli che vogliono che lo Stato si occupi della protezione delle persone più fragili e che vogliono che quando c’è un problema lo Stato ci sia. Noi vogliamo occuparci di questo. Non so se sia il partito della classe media, però è sicuramente il partito delle persone normali.
D. - È uno spazio di centro?
R. - È lo spazio della gente che guarda in avanti. Non so se sia al centro ma è lo spazio della gente che vuole andare avanti. Nel corso dei lavori della Leopolda tutti hanno parlato di porte aperte. Le porte sono aperte non solo per gli elettori ma sono aperte anche per gli eletti. Naturalmente per quelli che si ritrovano in un progetto, in un manifesto politico, etico e culturale, per coloro che si ritrovano nel nostro spirito, ma anche nel nostro metodo.
La nostra è una grande squadra fatta di gente che vuole lavorare per un Paese e non per un partito. Se parliamo di eletti in cerca di casa è inevitabile pensare agli eletti e agli elettori di Forza Italia e del Partito Democratico. Senz’altro ci saranno molti loro eletti e ci saranno molti loro elettori. Ma non solo. C’è circa il 40% di persone che non va più a votare. Quelle persone cercano una casa, non sono disinteressate al loro futuro. Noi vogliamo offrire una casa anche a loro.
La decima edizione della convention fiorentina ha registrato un grande successo. Qualcuno aveva profetizzato una falsa partenza, invece... È stata un'edizione particolare per un'affluenza, a sentire quanti hanno partecipato alle edizioni precedenti, mai vista prima d'ora (oltre 20.000 presenze), per la partecipazione di tanti giovani, uomini e donne arrivati da ogni parte d’Italia e ovviamente perché da questo appuntamento ha preso ufficialmente il via l'esperienza di Italia Viva. Gli spazi, seppur ampi, non sono bastati ad ospitare i tanti aderenti e sostenitori. Le persone assiepate davanti ai maxischermi allestiti all’esterno della Leopolda sono la testimonianza in carne e ossa della consistenza della comunità alla quale Italia Viva si rivolge e della sua base elettorale che non è affatto potenziale. Nel corso delle tre giornate è stato tracciato l'orizzonte verso cui muoversi e agire, presentato il simbolo e poste le fondamenta, solide fondamenta, su cui ora far decollare il progetto politico di Italia Viva.
D. - A Firenze, come da notizie di cronaca, c'erano anche molti pugliesi. E' vero?
R. - In questo momento in Italia, e anche in Puglia, ci sono spazi politici enormi perché si avverte il bisogno di una forza politica libera da egemonizzazioni e controlli correntizi. Uno spazio riformista e liberale capace di dialogare con le forze produttive e sociali del Paese, della nostra Regione, della nostra Provincia. Tante persone si stanno avvicinando a Italia Viva anche in Puglia, nel Salento, soprattutto fra le nuove generazioni: sono convinto che questo progetto sicuramente crescerà e diventerà una forza motrice di cambiamento e di innovazione.
D. - Quali sono i punti programmatici forti di "Italia Viva"?
R. - Italia Viva è un partito diverso perché in esso non si parlerà di organigrammi ma di programmi. Italia Viva mette le persone al primo posto a iniziare dalla scuola fino alla tutela del lavoro. Ma, soprattutto, e a questo ci teniamo tantissimo, la nostra è una forza che punta a tenere insieme merito e pari opportunità, perché dobbiamo continuare a parlare di merito nel nostro Paese, da coniugare con la possibilità per tutti di avere le stesse opportunità. Chi ha uno svantaggio iniziale deve avere la possibilità di ottenere un’uguaglianza sostanziale. Per Italia Viva le pari opportunità sono un campo di battaglia sia fuori che dentro al partito. La nostra è una forza democratica che punta molto sulle competenze e sulle intelligenze dei giovani e delle donne, dove i ruoli di responsabilità nel partito sono divisi equamente. Italia Viva è un partito dove si respira un clima da start up, dove le parole chiave sono: futuro, speranza, coraggio.
E’ un partito europeista, un partito che tende a guardare a una società aperta, che non è protezionista nel commercio internazionale, che rispetto al futuro ha un atteggiamento non impaurito ma fiducioso. Un partito che pensa che l’Italia abbia in sé punti di forza tali da poter provare, con quei punti di forza, a risolvere i suoi punti di debolezza. È un partito consapevole di quanto l’Italia sia rispettata nel mondo, di quanto sia capace di produrre eccellenza, qualità, e quindi che tende a puntare al futuro come una prospettiva che certo può creare inquietudini ma offrire anche delle opportunità. Italia Viva è un partito giovane, innovativo, femminista, dove si lanciano idee nuove per l’Italia e per l’Europa. Una casa dove si fa politica viva, fatta di passioni e di partecipazione. E il coraggio e la passione per il cambiamento rappresentano il punto di partenza per poter costruire un’Italia migliore.
Angelo Losavio