NARDO', ON. RINO DELL'ANNA: "A questa Amministrazione comunale manca un progetto e una strategia""

"I voti sono negativi un po’ in tutte le materie. Dalla cultura alle tasse, dall’impiantistica sportiva al traffico, dalla qualità del decoro urbano all’inquinamento acustico, dal servizio di pulizia delle strade urbane ed extraurbane all’abbandono a se stesse delle periferie, la bocciatura è senza appello."

 

NARDO' (Lecce) - L'on. Rino Dell'Anna, già Sindaco della Città e deputato di Forza Italia, risponde ad alcune domande concernente l'attuale amministrazione comunale, ad un anno dal suo indiamento.

D - Un anno di amministrazione comunale a guida Mellone. Il suo giudizio?

R- A questa Amministrazione manca un progetto e una strategia. Redigere la “pagella” dell’Amministrazione comunale di Nardò, a quasi un anno dall’inizio della “scuola” è un esercizio alquanto complesso. Poco importa se la “sala professori” in queste ore è stata un po’ scossa dalla notizia che il Collegio dei Revisori dei Conti ha bocciato il rendiconto dell’esercizio finanziario 2016. I voti sono negativi un po’ in tutte le materie. Dalla cultura alle tasse, dall’impiantistica sportiva al traffico, dalla qualità del decoro urbano all’inquinamento acustico, dal servizio di pulizia delle strade urbane ed extraurbane all’abbandono a se stesse delle periferie, la bocciatura è senza appello. Una inaccettabile paralisi amministrativa è calata sulla città.

I cittadini non possono certamente accontentarsi di una amministrazione che in grande stile si limita a trasferire parte degli uffici comunali senza prima quantificare gli ingenti costi dell’affrettata iniziativa, a festeggiare la revoca dei parcheggi a pagamento senza preoccuparsi della sosta selvaggia che imperversa in tutto il centro storico e nelle strade principali della città, a sbandierare con grande enfasi lo scampato pericolo ( ancora tutto da dimostrare ) dello scarico a mare delle acque reflue e poi perdere cospicui finanziamenti comunitari per la gestione del Parco marino, ad emanare ordinanze per tutelare i lavoratori stagionali dal caldo estivo e poi non preoccuparsi di dotare l’ex ospedale di un punto di urgenza-emergenza attrezzato.

Ci troviamo di fronte ad un’amministrazione che, nonostante le varie sollecitazioni, non riesce a dare risposte concrete alle continue richieste di sicurezza che giornalmente vengono dai cittadini, ad una amministrazione immobilizzata completamente sul fronte dell'urbanistica, delle attività produttive, della manutenzione delle strade rurali,ad una amministrazione non in grado di rispondere a tante semplici domande, che si traducono quotidianamente in disservizi per i cittadini.

Il risultato? La stasi completa della città.

D - Lei è stato uno dei protagonisti della vita politica neretina degli “ultimi” quarantanni. E’ stato amministratore, dirigente di partito, continua ad occuparsi da cittadino della “cosa pubblica”. A sentire gli attuali amministratori e i loro sostenitori è stato corresponsabile dello “sfascio” della Città. E’ così e Lei si sente una “cariatide” della politica neretina?

R - Le cariatidi nell’antica Grecia erano statue di ragazze che sorreggevano sull'acropoli di Atene i propilei (specie di terrazze).Dare della cariatide a qualcuno vuol dire essere un tipo immobile, statico, incapace di adeguarsi al nuovo. Nel linguaggio corrente lo è chi è retrograde, abitudinario, conservatore ad oltranza. In politica essere una cariatide significa essere sostenitore di idee vecchie e sorpassate. La mia attività politico-amministrativa è stata contraddistinta nel corso degli anni da esaltanti esperienze e grandi successi sia locali che nazionali. Il mio impegno è stato caratterizzato da idee e progetti che non sono rimasti sulla carta ma che in tempi ragionevoli si sono tradotti in fatti ed opere concrete. Molti tra coloro che oggi governano la Città sono molto giovani e probabilmente non conoscono la storia recente di Nardò per cui pensano di liquidare il passato con affermazioni demagogiche e poco sagge. L’appassionato impegno profuso nel corso degli anni come Consigliere comunale, Assessore, Presidente del Consiglio Comunale e Sindaco per la risoluzione dei tanti problemi della Città ed il lavoro compiuto nella mia esperienza di Deputato della Repubblica per far crescere il territorio salentino hanno prodotto lusinghieri risultati che sono sotto gli occhi di tutti ed a chi ha difficoltà a vederli e riconoscerli suggerisco di cercarli negli atti pubblici comunali, provinciali, regionali e nazionali. La mia formazione politica si è realizzata nella Democrazia Cristiana, prima come giovane e poi come adulto, sempre ispirandomi al pensiero politico di Aldo Moro. Cresciuto riformista e popolare, oggi come ieri sono un profondo assertore che le riforme sono indispensabili strumenti di cui una società globalizzata che si rinnova velocemente ha bisogno per crescere democraticamente ed essere al passo con i tempi. La politica neritina ha bisogno di energie nuove ma anche di competenze e valori a cui rifarsi. Le nuove generazioni solo se sapranno coniugare freschezza di idee, competenze ed esperienza potranno vincere la sfida con la storia. 

D - Destra, Sinistra, Centro. Valori, idee buttate alle ortiche. Il mantra odierno è : “ né con la destra, né con la sinistra con il popolo”. Meglio la prima Repubblica ?

R - Nè con la destra nè con la sinistra ! Sembra essere questo lo slogan della politica attuale. Il successo che i movimenti di protesta hanno ottenuto nelle elezioni amministrative dello scorso giugno, non solo a Nardò, ha acceso i riflettori su un fenomeno in realtà presente da molti anni ma che in questi ultimi periodi appare sempre più consolidarsi: il populismo. Un luogo politico inesistente, che si rivela superficiale nell’analisi come nella proposta, interprete di una democrazia solo apparente che non va snobbato perché raccoglie sentimenti diffusi che non nascono solo da preconcetti ma molto spesso da disagi reali e, a volte, pure gravi. Se la politica non ha dato una buona immagine di se stessa, l’antipolitica, non è certo la soluzione. Il populismo protestatario spesso si identifica in un uomo solo, in una figura carismatica, che non da mai soluzioni se non quella di abbattere tutto e tutti e spesso di mantenere lo status-quo, in sostanza cambiare tutto con una fittizia rivoluzione per non cambiare niente. Il vero obiettivo invece è quello di combattere gli avversari per realizzare una falsa consegna dei poteri al popolo e concentrare il vero potere in un uomo solo o in una cerchia ristretta di gruppi e potentati.La gente, gli elettori se ne rendono conto? spero che quando se ne  accorgeranno  non sia troppo tardi per tutti. Da qualunque parte la si guardi, i partiti e i movimenti populisti stanno conquistando spazi sempre più ampi nella politica. Questo non vuol dire però che, all'improvviso, tutti i cittadini siano impazziti e abbiano deciso di votare in massa certe forze politiche; al contrario, ci sono molte ragioni dietro a queste scelte. La più evidente è che i partiti tradizionali - liberali, popolari e socialdemocratici - sono in crisi nera, e lo sono da molti anni. Tradendo le promesse fatte, elezione dopo elezione, hanno perso il radicamento e la capacità di mobilitare il proprio elettorato storico, così come la capacità di attrarre nuovi elettori. Le persone non sono più in grado di identificarsi con i partiti, la popolazione non ha più alcun riferimento storico in grado di interpretarne le esigenze. Per questo, appena il cittadino ha la possibilità di votare e dare un segnale critico lo fa. Il populismo rischia di lasciare un'impronta duratura se le condizioni di base rimarranno invariate: il malcontento verso un establishment che continua a fare errori, la crisi economica, la perdita dei posti di lavoro, l'indebolimento del sistema di welfare, e così via. Si potrà "tornare indietro" solo se le forze politiche riusciranno a far correggere la rotta all’attuale sviluppo economico e sociale del Paese.