NARDO', Rino Giuri: “Vogliamo la nostra biblioteca!”

"Chiudere il C.R.S.E.C., come intende fare l’attuale sindaco di Nardò, è calpestare pezzi di vita, spregiare ricordi, cancellare una grande storia di cultura ultra cinquantennale. E’ un atto di barbarie!"

 

NARDO' (Lecce) - Riceviamo da Rino Giuri, dell'Associazione Nardò Progressista, la seguente nota, concernente il  Centro Regionale di Servizi Culturali (CRES) di Nardò, che pubblichiamo integralmente.

"Nel 1965, per impegno soprattutto dell’insegnante elementare Antonio Natale, fu costituito a Nardò un Centro di servizi culturali, emanazione dell’Unione Nazionale per la Lotta all’Analfabetismo (UNLA).

L’obiettivo era quello di offrire a tutti i ragazzi frequentanti gli istituti scolastici la possibilità di consultare enciclopedie nei locali del centro e di leggere libri ottenuti in prestito dalla biblioteca del centro stesso.

Dopo un breve periodo di “rodaggio”, la biblioteca – che via via si arricchiva di volumi – cominciò ad essere abitualmente frequentata da studenti, anche in gruppo, e da cittadini di tutte le età che utilizzavano il sistema del prestito.

Ero tra i frequentatori del Centro, che all'epoca della conduzione di Aldo Santoro e Delia Corbò conobbe un periodo di fioritura di attività di promozione culturale: indagini sulle biblioteche pubbliche di alcuni comuni della provincia, corsi di pittura, ed altre attività aggregative orientate in particolare verso i giovani. Insomma, si diffondeva, si creava e socializzava cultura.

Anche con le gestioni di Nino Cinquemani, di Gilberto Floriani e successivamente, proseguì questo tipo di attività.

Di questo periodo conservo il ricordo personale degli incontri con i sindaci di Gallipoli e di Gagliano del Capo, attratti dall’interesse dimostrato dall’UNLA nei confronti delle loro biblioteche comunali.

E ancora conservo il ricordo dei ragazzi che dipingevano nei locali del Centro, fra i quali spiccavano i giovanissimi Sergio Scorza (bravissimo con l’acquarello) e Lelè Vergaro.

Anche dopo, ho avuto la possibilità di fruire dei servizi offerti dal Centro, che ormai era diventato un elemento essenziale per la fruizione della cultura a Nardò e nei paesi limitrofi, dai quali provenivano molti ragazzi frequentanti istituti scolastici neritini.

Ricordo, fra l’altro, l’organizzazione di dibattiti, la consultazione di quotidiani e periodici, l’ospitalità offerta alle attività culturali di gruppi di ragazzi, i quali non avevano altri luoghi di aggregazione a Nardò.

Fino ad arrivare agli ultimi anni, durante i quali, con la direzione di Mauro Vaglio, le attività di promozione e di servizi culturali si sono moltiplicate e sono state efficacemente realizzate avvalendosi anche della multimedialità propria di questi tempi.

Il Centro Regionale di Servizi Culturali di Nardò non è soltanto una immensa biblioteca, non è un agglomerato di libri e testi vari che si possano spostare a piacimento senza provocare danni, è invece parte della vita e della crescita culturale di migliaia di noi.

Chiudere il C.R.S.E.C., come intende fare l’attuale sindaco di Nardò, è calpestare pezzi di vita, spregiare ricordi, cancellare una grande storia di cultura ultra cinquantennale. E’ un atto di barbarie!"