NARDO', Lottizzazione Sarparea. "E’ facile fare politica così. Forti con i deboli e deboli con i forti"

"Il nostro nostalgico sindaco dal pugno di ferro a proposito di Sarparea ebbe a dire, quando era contro: “ribadiamo il nostro deciso no alla realizzazione di una struttura che non porterebbe ricchezza al territorio”.  

 

NARDO' (Lecce) - "Tutelare l’ambiente o realizzare strutture da capogiro eradicando ulivi secolari? Bisogna per forza scegliere tra queste due opzioni? Tanti i quesiti che al momento rimangono insoluti se si prende in considerazione la coscienza o la si sotterra, a seconda degli obiettivi che si vogliono raggiungere."

Lo dice Marco Marinaci, docente e giornalista, che così prosegue: "Il Comune di Nardò, già bersagliato in passato e ricordato dai più, a torto o ragione, per la questione di Porto Selvaggio, torna a far parlare di sé, a proposito di ambiente.

Si può concretamente superare il rischio di devastazione ambientale solo perché un progetto, quello dell'Oasi Sarparea, risulta ridimensionato rispetto al precedente in quanto a volumetrie (96mila metri cubi al posto dei 150mila) e a numero di villette previste (30 anziché 60)?

Le perplessità di Vendola in verità riguardavano anche la società: “Si tratta di una società controllata da una fiduciaria lussemburghese e con appena 100mila euro di capitale, che favoleggia di un investimento da 70 milioni di euro“.  

Cambiano gli uomini e cambiano le idee e le valutazioni. La Sarparea rivista e corretta può andare. Il nostro nostalgico sindaco dal pugno di ferro a proposito di Sarparea ebbe a dire, quando era contro: “ribadiamo il nostro deciso no alla realizzazione di una struttura che non porterebbe ricchezza al territorio”.  

Se non portava ricchezza prima, egregio,  adesso che è per altro ridimensionato il progetto, cosa porterà?

L’assessore De Tuglie fu inflessibile “non si può tollerare che chiunque venga nel Salento faccia strame del territorio solo per profitto. Si può accettare il restauro, il recupero e il riuso di vecchi manufatti esistenti rispettando stili e codici estetici ma non si può aggiungere ulteriore volumetria anche in considerazione che quelle previste dagli strumenti urbanistici sono abbondantemente esaurite”.

Non si può non essere d’accordo con De Tuglie? Il rispetto dell'ambiente significa anche consumo di suolo zero. E semmai costruire sul costruito, recuperando le tante aree degradate che punteggiano il nostro territorio.

(In Puglia il consumo di suolo tra il 7 e il 9%, ne attesta il triste primato italiano). A Nardò, come se non bastasse,  sono migliaia le abitazioni in stato di abbandono.

Nei loro paesi – continua coscientemente – l’assessore all’ambiente -  questi signori non si permetterebbero mai di sfregiare zone incontaminate con vestigia architettoniche ma anche paesaggistiche e ambientali perché le leggi non lo consentono, lo fanno qui perchè ci considerano poco più che colonie."

 Eh già per il salomonico De Tuglie si trattava, solo, di uno sfregio. Infatti il nostro, in giunta, quando hanno approvato la lottizzazione non si è presentato. Basta poco a mettersi a posto la coscienza. Che ci vuole?

Basta niente a conservare poco dignitosamente uno strapuntino. Forse una decisione così importante avrebbe meritato la trasparenza e l’approfondimento di un consiglio comunale monotematico e aperto. E non certo una seduta di giunta convocata, alla chetichella, nella calura agostana.

Ma la politica non ha fondamenta se poggia sul tutto e niente, il fascio-comunismo non esiste. Non si vota alle primarie del PD e, contemporaneamente, si celebra con tanto di saluto romano il camerata Ramelli.

L’ideologia del minestrone che mette insieme Casapound, sinistrorsi di maniera, e dilettanti allo sbaraglio completamente a digiuno di politica, produce mostri. Apre crepe. Crea voragini. Demolisce più che costruire. E quando costruisce lo fa tra gli ulivi. Monumentali, of course.

E’ facile fare politica così. Forti con i deboli e deboli con i forti. Forti con la comunità, deboli con i  colonizzatori che hanno un volto e un nome.

Alison Deighton, amministratrice, immobiliarista e moglie dell’ex Segretario al Tesoro del governo Cameron, e  Ian Taylor, magnate del petrolio.

Hanno acquistato 16 ettari di uliveto spontaneo e una masseria del ‘600 “Sarparea de’ Pandi”. Hanno comprato la terra rossa, le rocce, il mare e gli ulivi monumentali che non sapremo mai quanti sono. Non sono mai stati censiti. E forse non esistono o, a breve, non esisteranno neppure.

Tra un po' questi monumenti verdi spariranno, l’amministrazione comunale ha infatti promesso che vigilerà sul progetto. Ma chi colonizza fa quel che vuole del nostro territorio. Quanto accade è solo un inchino alla lobby del cemento, ai poteri forti.  

Ci guadagnano enormemente gli imprenditori che investono, i proprietari terrieri che si sono arricchiti ancora di più, politici e burocrati che potranno vantare, per lo meno, ritorno di immagine. Non è una scelta di poco conto.

Ci perde la comunità. Ci perde l’ambiente e la sua salvaguardia. In cambio, a mo’ di risarcimento, i colonizzatori hanno promesso un parco monumentale con tre ettari di ulivi secolari.

Mi auguro che, come nel caso di Torre Inserraglio, non faccia la fine della piscina ad uso pubblico e di altre cosette e diventi vacua promessa da marinaio.

Penso che questo atto la dica lunga sulla coerenza di questi nuovi barbari ma anche sulla capacità di tutelare il nostro territorio.  Thanks so much mrs Daighton, ma avremmo fatto ameno del suo ”impulso a livello di passione e di competenza, che sicuramente potrà connettere le tradizioni, la cultura e le bellezze locali con un pubblico capace non solo di viverle tutto l’anno, ma anche di apprezzarle e di rispettarle”.

Amiamo la nostra terra, e non possiamo svenderla né barattarla. Un resort di lusso tra gli ulivi e a due passi dal mare non ha alcun senso. Nessuna giustificazione. Nessun ritorno in termini di crescita e sviluppo sostenibile per la nostra Città.

E’ solo una grande perdita, è una sconfitta della politica che, purtroppo, ha altri precedenti. E nel suo Paese, egregia  mrs Deighton, non lo avrebbero mai permesso. Ne siamo certi", conclude il prof. Marinaci.