Gli incarichi legali, lo sperpero di denaro pubblico e il fallimento della rivoluzione melloniana

Il sindaco e la Giunta se vogliono in qualche modo conferire incarichi a persone a loro vicine ovvero di loro fiducia lo facciano con il denaro proprio non certo con il denaro pubblico, che appartiene a tutta la comunità.
 
NARDO' (Lecce) - Raffaele Cantone, classe ’63, è un magistrato abbastanza noto, fuori ruolo per lo svolgimento dell’attuale incarico, a capo dell’Autorità Nazionale Anticorruzione.
 
E’ conosciuto anche a Nardò. Certo non lo conoscono tutti,  ma ne dovrebbe aver contezza il nostro sindaco e probabilmente anche l’avvocato Vincenzo Renna che in qualità di presidente del Rotary Club di Nardò lo scorso ottobre nella  sala conferenze del Chiostro dei Carmelitani  moderò la presentazione de “La corruzione spiegata ai ragazzi“, un libro a cura di  Francesco Caringella Raffaele Cantone.
 
Presente in quell’occasione anche il procuratore aggiunto presso la Procura della Repubblica di Lecce  Elsa Valeria Mignone. 
 
Proprio l’Autorità Nazionale anticorruzione ha adottato un ampio documento per fornire alle imprese o ad enti privati e pubblici appaltanti indicazioni prescrittive per l’assegnazione degli incarichi di assistenza, rappresentanza e consulenza legale alla luce della nuova disciplina contenuta nel decreto legislativo 18 aprile 2016, n. 50.
 
La materia è interessante e si lega alla recente polemica innescata a Nardò dall’opposizione a proposito degli affidamenti diretti degli incarichi legali da parte del governo Mellone.
 
Scorrendo il testo si evidenziano i “Requisiti di professionalità e competenza e di moralità”, da verificare prima di provvedere alla prima tranche di pagamento.
 
Elenchi da formare ed entro cui scegliere l’avvocato di volta in volta più idoneo secondo il tipo di incarico.
 
Sono altresì contenuti chiarimenti riguardo la diversa procedura da seguire a seconda che l’ente affidi un incarico ad hoc, per contratto d’opera professionale specifico; oppure appalti la gestione del contenzioso in modo continuativo, circostanza che presuppone non solo la procedura ad evidenza pubblica ma anche una organizzazione di mezzi e di persone con l’assunzione del rischio in proprio per lo studio legale.
 
Per l’Anac “l’affidamento dei servizi legali costituisce appalto, qualora la stazione appaltante ossia ad esempio un comune affidi la gestione del contenzioso in modo continuativo o periodico al fornitore nell’unità di tempo considerata (di regola il triennio); l’incarico conferito ad hoc costituisce invece un contratto d’opera professionale, consistendo nella trattazione della singola controversia o questione ed è sottoposto ad altro regime. Tale ricostruzione del regime delineato dal legislatore impone alle stazioni appaltanti la corretta individuazione del fabbisogno, anche allo scopo di evitare il frazionamento artificioso della commessa, vietato ai sensi dell’articolo 51 del Codice dei contratti pubblici”.
 
Ebbene proprio il sindaco di Nardò, che ironia della sorte è un avvocato, ha fatto degli affidamenti diretti la sua cifra distintiva; gli affidamenti senza gara ad evidenza pubblica, perché sotto soglia, spaziano dagli ingegneri, agli avvocati, dai geologi alla Protezione Civile fino ai volontari (ma non troppo) addetti a spalare la neve.
 
Per quanto attiene in particolare agli incarichi legali il nostro si è distinto superando a metà legislatura l’importo di 159.114 euro in soli due anni, di cui 99.192 in favore di un unico legale. Una cifra ragguardevole soprattutto in tempi di vacche magre. (Tanti avvocati fanno fatica, le cifre impietose sui redditi imponibili Irpef degli avvocati a livello nazionale evidenziano come siano numerosi gli avvocati che guadagnano meno di 19.857 euro (sono il 56,20% e portano a casa solo l’11,5% del reddito totale).
 
In tanti fanno fatica a sbarcare il lunario. Ma soprattutto una vicenda che ha dell’incredibile se si tiene in buon conto che in campagna elettorale il sindaco di Casapound ebbe a promettere solennemente l'abolizione degli incarichi legali esterni.
 
Una rivoluzione che poi si è presto rivelata una promessa da marinaio. Come del resto tutte le altre cose, (Cito solo tre “perle”: la riapertura dell’Ospedale, la riduzione delle Tasse e la bonifica della discarica di Castellino).
 
Eppure aveva un senso anche considerando il numero di legali che sono assunti in pianta stabile dal comune più popoloso della Provincia. Ben tre, egregi lettori.
 
Peraltro uno dei legali è caposervizio, e due dei tre dispongono anche della posizione organizzativa. Un compenso aggiuntivo erogato per l’alta professionalità.
 
Va da sé che il Comune se non si avvale di queste alte professionalità scegliendo di incaricare legali esterni oltre a contravvenire alle disposizioni di legge che prevedono l’utilizzo prioritario delle professionalità interne esistenti nell’organico, viene meno anche al principio fissato dal codice degli appalti e dall’Anac, che prevede l’applicazione del principio della rotazione.
 
Il sindaco e la Giunta se vogliono in qualche modo conferire incarichi a persone a loro vicine ovvero di loro fiducia lo facciano con il denaro proprio non certo con il denaro pubblico, che appartiene a tutta la comunità.
 
A questi Avvocati interni all’amministrazione sotto utilizzati in larga parte, alla luce della corposità dei procedimenti affidati all’esterno, si deve aggiungere la vasta platea dei legali che operano in città. Molti di essi di indubbio valore e dalle esperienze e competenze ragguardevoli. Citarli tutti sarebbe improbo.
 
Ecco perché gli affidamenti diretti rappresentano una modalità profondamente sbagliata. Sgomenta non poco, per la verità, il silenzio delle Associazioni e degli Ordini Professionali dinanzi a prassi consolidate ma evidentemente errate.
 
Per me la più grande bellezza sta sempre nella massima chiarezza”. Ecco perché segnalare tali distorsioni può servire a gettare un sasso nello stagno dell’indifferenza, per ampliare il perimetro dei diritti, e nel contempo diminuire le diseguaglianze anche tra gli operatori della legalità
 
Scriveva Calamandrei “Gli avvocati non sono né giocolieri da circo, né conferenzieri da salotto: la giustizia è una cosa seria”.
 
Marco Marinaci