L'ex assessore all'Ambiente Graziano De Tuglie: "Il collasso improvviso di un pino a ridosso della Baia di Portoselvaggio è un segnale che non può essere ignorato o trascurato. La gestione, nelle mani inconcludenti di chi ha occupato il competente assessorato per quasi tutti gli ultimi 15 anni, ha totalmente ignorato il rischio che va crescendo."
NARDO' (Lecce) - Nota dell'ex assessore all'Ambiente Graziano De Tuglie.
"Il collasso improvviso di un pino a ridosso della Baia di Portoselvaggio è un segnale che non può essere ignorato o trascurato; è il lugubre suono di una sirena di pericolo che rischia di riportare quel luogo allo stadio di aspra e nuda roccia come appariva alla fine degli anni 40 dello scorso secolo.
Inutile ripercorrere la nascita del bosco che oggi vediamo ricoprire quel lembo di costa neritina; fu il prodotto di uno dei cantieri di lavoro avviati nel dopoguerra per combattere la grave disoccupazione scaturita dal secondo conflitto mondiale.
Fu scelto di impiantare quel bosco sulla roccia immediatamente a ridosso della costa e per tale motivo fu utilizzata prevalentemente la specie arborea del pino di Aleppo che aveva ottime capacità di costituire un humus necessario per ulteriori successivi impianti. Ma quella tipologia di alberi ha un ciclo di vita limitato e che la letteratura scientifica valuta intorno ai cento anni.
Per cui l'attuale superficie boscata di Portoselvaggio è a tempo determinato. Ma questo accade ovunque la mano dell'uomo costruisce un bosco.
Consimile a Portoselvaggio è la vicenda della Foresta Mercadante a Cassano Murge, bosco artificiale impiantato tra il 1926 e il 1931 per frenare il dilavamento delle acque meteoriche che avevano prodotto alluvioni tragiche (18 morti nel 1905, 19 morti e 50 feriti nel 1926) a Bari.
Ora la Foresta Mercadante è sotto la giurisdizione del Parco Nazionale dell'Alta Murgia il cui direttore Fabio Modesti ha avviato nel 2007 un pino di sostituzione dei pini con roverelle, lecci, fragni, cedri, frassini, olmi etc destinati a costituire il bosco definitivo. Intervento portato a compimento nel 2019.
Per il Parco Regionale di Portoselvaggio gestito da Comune di Nardò questa problematica sembra non esistere nonostante ripetuti allarmi lanciati da più parti, anche dallo scrivente nel 2013, e il tempo viene lasciato scorrere senza adottare un serio e razionale piano di intervento di sostituzione dei pini che si stanno pericolosamente avvicinando al termine del loro ciclo vitale, i primi impianti hanno superato abbondantemente i 70 anni.
La gestione, nelle mani inconcludenti di chi ha occupato il competente assessorato per quasi tutti gli ultimi 15 anni, ha totalmente ignorato il rischio che va crescendo. Portoselvaggio è servito soltanto per soddisfare la vanità di chi vi si è costruito una carriera politica che forse progetta di trasferire, sul piano tecnico, nepotisticamente per rami familiari. Mai che abbia agito per intercettare finanziamenti o interventi di enti superiori adatti a prevenire il collasso dei pini. Perdendo tempo prezioso soltanto per evitare il rischio anche di un disseccamento precoce delle piante dovuto all'impianto originario eccessivamente fitto; infatti numerosissime sono le piante secche per avere perso la competizione per la luce del sole. Per cui il manto verde che si vede dalle foto aeree nasconde un pericolo costante.
Speriamo soltanto che il preoccupante allarme generato dal crollo del pino possa spingere all'adozione rapida di un piano di razionale sostituzione con essenze definitive.
I pini l'humus necessario l'hanno creato confidiamo che l'intelligenza umana si sia sviluppata altrettanto."