Interrogazione parlamentare sulla Fintecna - Ilva di Taranto

ROMA - Si trasmette l'interrogazione del deputato tarantino on. Ludovico Vico (PD) rivolta al Ministro per lo Sviluppo Economico Corrado Passera relativa a Fintecna - Ilva di Taranto.

Interrogazione in Commissione

Al Ministro per lo Sviluppo Economico, Corrado Passera

On. Ludovico VICO

Per sapere – premesso che:

Le vicende che riguardano la presenza dell'impianto siderurgico a Taranto e i connessi problemi di natura ambientale e sanitaria ricadenti sul territorio risulterebbero una tematica scottante sin dalle origini del passaggio di quell'impianto dalle mani pubbliche a quelle private

Da informazioni da me assunte risulterebbe infatti che con atto di compravendita azionaria del 16 marzo 1995, l'IRI (oggi Fintecna) nell'ambito della complessiva operazione di privatizzazione delle aziende metallurgiche di Stato, cedeva alla RILP S.r.l. (Gruppo Riva) il 100% del pacchetto azionario dell'ILVA Laminati Piani S.r.l., alla quale erano stati precedentemente conferiti i complessi produttivi di Taranto, Novi Ligure, Genova, Marghera e Torino.

Con la cessione in argomento, il venditore garantiva, tra l'altro, di non aver posto in essere atti e comportamenti di natura dolosa o gravemente colposa in materia ambientale, impegnandosi, al riguardo, a tenere indenne l'acquirente da perdite risultati da violazioni di legge in materia ambientale.

Essendo sorte controversie relativamente all'interpretazione ed esecuzione di alcuni aspetti del contratto di compravendita de quo, nell'aprile del 1996 veniva attivato un arbitrato secondo le regole dell'International Court of Arbitration: procedura che si concludeva con lodo del 1 marzo 2000.

In ordine alla tematica ambientale, il Collegio riteneva che alla data non sussistessero i presupposti per una adeguata quantificazione e attribuzione degli oneri relativi, rimandando ad altro separato giudizio arbitrale da attivare ad hoc, ciò in quanto, nello specifico, la materia ambientale veniva ritenuta bisognosa di approfondimenti non pertinenti a quanto allora sottoposto al giudizio degli arbitri.

Peraltro, anche al fine di evitare l'attivazione dell'ulteriore arbitrato (con presumibili ingenti costi per entrambi le parti), nel giugno del 2008 Fintecna ed ILVA hanno sottoscritto un Verbale di incontro che ribadisce quanto statuito dagli arbitri con il lodo del marzo 2000, concordando per una linea di sostanziale condivisione della fase di approfondimento delle problematiche ambientali, nonché rinviando per la definizione e l'attribuzione pro quota degli "oneri ambientali" ad un momento successivo nel quale si fossero concretizzati adeguamenti presupposti per la relativa quantificazione.

In contemporanea, a fronte della peculiarità dell'attività produttiva svolta in epoca risalente dalla società di Stato nel sito industriale, con verosimili e conseguenti effetti inquinanti sui suoli, Fintecna avrebbe provveduto da tempo ad accantonare a fondo rischi un importo di circa 140milioni di euro, attualmente investito in titoli di Stato che, essendo maturati i necessari presupposti di determinabilità degli oneri, potrebbero trovare oggi utilizzazione nell'ambito dell'ipotizzato intervento statale in situ.

Se il Ministro è a conoscenza di quanto riportato dall'interrogante e conseguentemente quali iniziative intenda assumere urgentemente per rendere immediatamente disponibili quelle risorse destinate alle bonifiche.