On. Ludovico Vico (Pd): "Quel rapporto parla della Puglia e di Taranto. Sovvertire la tendenza con la sostenibilità ambientale e sociale delle produzioni".
TARANTO - "L'Italia e il Meridione descritti dal Rapporto SVIMEZ (Associazione per lo Sviluppo dell'Industria nel Mezzogiorno – ndr) tracciano un quadro di allarmante stagnazione e crisi che inchioda ad azioni da porre in atto con urgenza, non solo pensando ai Fondi Europei, ma anche attraverso l'espansione del grado di industrializzazione dei nostri territori e la loro riqualificazione urbanistica, logistica e infrastrutturale."
Ludovico Vico, parlamentare pugliese del PD, commenta a caldo i dati sull'economia del Mezzogiorno messi in evidenza dall'importante ente di studio e ricerca, mettendo in luce il ruolo di protagonisti silenti in questo rapporto della Puglia e di Taranto.
"Se da un lato si evidenzia la capacità della Puglia rispetto alle altre regioni del Sud nell'utilizzo dei fondi strutturali, dall'altro proprio qui si gioca la difficile partita contro la desertificazione industriale del Mezzogiorno – commenta l'esponente del Partito Democratico – Un valore che SVIMEZ mette in evidenza sottolineando dati da crisi non solo economica ma anche sociale. E' la vicenda di Taranto ne è un esempio lampante.
Da quattro anni il Sud non cresce più e l'industria del meridione ha perso ben 147mila unità, pari ad un 15,5%, il triplo del Centro-Nord. Emergenza che colpisce in maniera particolare giovani e donne con dati da brivido – dice Vico – 329mila under 34 che dal 2008 al 2011 hanno perso il lavoro e le donne del Sud, spesso laureate e specializzate, costrette di fatto a una "segregazione occupazionale", con l'inattività per due donne su tre, che le pone ai confini del mercato del lavoro nazionale e locale.
Dei due milioni e 900mila irregolari italiani, 1milione e 200 risiedono al Sud, segno di come quella "povertà" raccontata dall'Associazione per lo Sviluppo dell'industria nel Mezzogiorno sia soprattutto una questione meridionale.
L'allarme dello Svimez suona dunque come l'anatema di questi tempi. Scompaiono comparti importanti dell'industria italiana e se per tutto il Paese vi è a rischio il valore dello spread per il Sud e alcune realtà produttive importanti c'è il pericolo più diffuso di una vera esplosione di emergenza sociale – sottolinea il parlamentare tarantino- ed è chiaro che tutto ciò non è questione ineludibile o rinviabile.
Si tratta dunque di programmare il futuro e sovvertire questa tendenza.
Lo sviluppo del Mezzogiorno è legato a grandi questioni che meritano un approccio sereno e non antitetico – puntualizza Ludovico Vico – perché l'espansione del grado di industrializzazione e internazionalizzazione delle imprese del Sud va costruito in un quadro di sostenibilità sociale ed ambientale delle produzioni. E se questo vale per l'ILVA di Taranto, che deve realizzare investimenti e innovare gli impianti, vale anche per la Puglia petrolchimica ed energetica.
Secondo punto non trascurabile è il valore delle infrastrutture materiali ed immateriali che si è in grado di mettere in campo – sostiene Vico – con città riqualificate ma anche competitive, grazie ad una rete di Porti, collegamenti ferroviari e l'approdo all'alta capacità, ma anche grazie agli investimenti sulle reti digitali, le energie rinnovabili e l'impresa culturale e sociale.
Un lavoro impegnativo – conclude Vico – che forse il Sud sarebbe in grado di affrontare con maggiore determinazione se solo si rendessero disponibili i fondi destinati alle politiche di coesione, come i fondi ex FAS destinati alla Puglia e a tutte le regioni meridionali."