MATERNITA’ DESIDERATA E MATERNITA’ RIFIUTATA, LUIGI MANCA (DIT): “LA STERILITA’ E’ UNA MALATTIA CHE DEVE ESSERE A CARICO DEL SSR, L’ABORTO HA BISOGNO DI MIGLIOR ASCOLTO”

"Donne che vogliono un figlio ad ogni costo e donne che, invece, un figlio proprio non lo vogliono: storie che in comune hanno la sofferenza, fisica e psichica, oltre al disagio di dover fare i conti con un Sistema Sanitario Regionale che non sempre interpreta questi bisogni."

 

 

 

 

BARI - Dichiarazione del vicepresidente della Commissione Sanità e consigliere regionale di Direzione Italia, Luigi Manca.

 

Donne che vogliono un figlio ad ogni costo e donne che, invece, un figlio proprio non lo vogliono: storie che in comune hanno la sofferenza, fisica e psichica, oltre al disagio di dover fare i conti con un Sistema Sanitario Regionale che non sempre interpreta questi bisogni. 

 

Oggi ho presieduto una Commissione Sanità con audizioni davvero specchio di quella “maternità” desiderata o rifiutata. Conosco bene entrambe le situazioni perché vissute in prima persona come ginecologo.

 

La Procreazione Medicalmente Assistita (PMA) è un lusso che non tutte le donne pugliesi possono sostenere, molte donne rinunciano perché non sono nelle condizioni economiche, altre cercano risposte fuori regione: registriamo una mobilità passiva per circa sei milioni, fra i più alti casi di “viaggi della speranza”.

 

Da tempo sostengo che la sterilità deve essere considerata una malattia e come tale deve essere a carico del Servizio Sanitario Regionale, anche perché i costi sono notevoli e molte volte occorrono diverse procedure prima che si abbia una gravidanza. Al contrario rischiamo di lasciare le nostre donne nelle mani di chi sfrutta economicamente il loro desiderio di maternità.

 

L’Interruzione Volontaria di Gravidanza (IVG), invece, non risente in Puglia del fenomeno dei ginecologi obiettori di coscienza, nel 2014 superavano di poco l’11%. Risente, invece, di un fenomeno più anomalo: molte donne che fanno ricorso all’aborto sono adulte (disoccupate o lavoratrici che hanno paura di perdere il lavoro o mamme con più figli) alle quali la parola “prevenzione” dovrebbe suonare facile e scontata. Qualcosa non funziona, a cominciare dai colloqui preliminari presso i consultori pubblici.

 

Il Forum delle Famiglie ha con cifre dimostrato che, sempre nel 2014, degli oltre 8.500 aborti poco più di 2.800 donne avevano effettuato il colloquio, ma di queste meno di 300 avevano deciso di tenere il bambino. Rivedere questa consultazione, forse, è fra i primi provvedimenti da prendere anche per capire se servono o meno rispetto a ciò che prevede la legge sull’IVG. Certo non meno importante è la sensibilizzazione sulle giovani generazioni alle quale più che dare nozioni anticoncezionali si dovrebbe offrire una maggiore educazione sessuale.