27 gennaio 2013, in ricordo della Shoah

Il ricordo costituisce il mezzo più efficace per contrastare la tendenza a banalizzare e a rimuovere dalla coscienza alcuni nodi cruciali del secolo appena trascorso. E la memoria di questo passato serve ad aiutarci a costruire il futuro.

 

NARDO' (Lecce) - La storia del genere umano ha conosciuto innumerevoli eccidi e stermini. Quello attuato in Europa nel Novecento contro gli Ebrei differisce dagli altri soprattutto per le sue caratteristiche di radicalità e scientificità.

Mai era accaduto che persone venissero arrestate per essere deportate in un luogo appositamente destinato al loro brutale assassinio, praticato, perdipiù, con modalità tecnologicamente evolute.

Shoah è un vocabolo ebraico che significa catastrofe, distruzione. Esso è sempre più utilizzato per definire ciò che accadde agli Ebrei d'Europa dalla metà degli anni Trenta al 1945, e, in particolar modo, nel quadriennio finale, caratterizzato dall'attuazione del progetto di sistematica uccisione dell'intera popolazione ebraica, progettata e concretizzata nel corso della seconda guerra mondiale.

Ricordarsi di quelle vittime serve a mantenere memoria delle loro esistenze e dei perché esse vennero troncate.

E la memoria di questo passato serve ad aiutarci a costruire il futuro.

Ricordare è un diritto e un dovere, perché la memoria della tragica esperienza del totalitarismo nazista e della successiva Dichiarazione Universale dei diritti dell'Uomo sono il più importante patrimonio di esperienza che abbiamo contro il rischio di viverla di nuovo.

Oggi, come ieri, si vuole riaffermare la volontà di non dimenticare, di non rinunciare al bene comune della memoria. Il ricordo costituisce il mezzo più efficace per contrastare la tendenza a banalizzare e a rimuovere dalla coscienza alcuni nodi cruciali del secolo appena trascorso.

E tra le questioni più emblematiche va segnalata, nonostante da allora sia passato più di un sessantennio, la Shoah.

Molti Stati Europei hanno istituito un "giorno della memoria". L'Italia lo ha fissato al 27 gennaio: la data in cui nel 1945 fu liberato il campo di sterminio di Auschwitz.

In effetti altri Ebrei, d'Italia e d'Europa, vennero uccisi nelle settimane seguenti. Ma la data della Liberazione di quel campo è stata giudicata più adatta di altre a simboleggiare la Shoah e la sua fine.

Il Parlamento Italiano, infatti, con la legge n. 211 del 20 luglio 2000 ha istituito il "Giorno della Memoria" in ricordo dello sterminio e delle persecuzioni del popolo ebraico e dei deportati militari e politici italiani nei campi nazisti.

L'articolo 2 della citata legge prescrive che in occasione del Giorno della Memoria siano organizzati "cerimonie, iniziative, incontri e momenti comuni di narrazione dei fatti e di riflessione, in modo particolare nelle scuole di ogni ordine e grado, su quanto è accaduto al popolo ebraico e ai deportati militari e politici italiani nei campi nazisti, in modo da conservare nel futuro dell'Italia la memoria di un tragico ed oscuro periodo della storia del nostro Paese e in Europa, e affinchè simili eventi non possano mai più accadere".

E' importante, quindi, che sia sottolineata, ancora una volta, la peculiarità della giornata, affinchè anche i più giovani possano formarsi una coscienza civile che ripudi la violenza e l'odio immotivato contro altri uomini.

Angelo Losavio