NARDO', "No all’ipotesi di collettamento dei reflui fognari di Porto Cesareo!"

"Il Partito Democratico di Nardò e le liste Noi x Nardò e Partecipa invitano il Sindaco della Città a riaffermare risolutamente la posizione di contrarietà all’ipotesi di collettamento dei reflui fognari di Porto Cesareo a quelli neritini, che, attraverso una condotta sottomarina, dovrebbero avere come destinazione finale il mare di Nardò." 

 

NARDO' (Lecce) - Il Partito Democratico di Nardò e le liste Noi x Nardò e Partecipa invitano il Sindaco della Città a riaffermare risolutamente la posizione, sancita dalla deliberazione unanime del Consiglio Comunale del 28 maggio 2012, di contrarietà all’ipotesi di collettamento dei reflui fognari di Porto Cesareo a quelli neritini, che, attraverso una condotta sottomarina, dovrebbero avere come destinazione finale il mare di Nardò. 

 

Il bando di gara dell'AQP per la realizzazione delle opere finalizzate a collegare i reflui fognari di Porto Cesareo a quelli di Nardò, scaduto in questi giorni, che prevede poi di far terminare gli scarichi nel mare di Torre Inserraglio, ha il segno di una imposizione che la Città di Nardò, già maltrattata da sacrifici e rinunce importati "calate dall'alto", non può accettare. Fra l’altro, si andrebbe a compromettere un Sito di Interesse Comunitario a mare, confinante con il perimetro dell'Area Marina Protetta di Porto Cesareo e Nardò.

 

Vista l’importanza della questione, riteniamo sia auspicabile presentarsi ai tavoli regionali con una soluzione condivisa dai cittadini di Nardò, anche attraverso il coinvolgimento di tutte le forze politiche, della Consulta dell'Ambiente, che rappresenta le Associazioni Ambientaliste del territorio e del Movimento “NO TUB”.

 

Per questo chiediamo al Sindaco di adoperarsi, con ogni sollecitudine possibile, affinché questo confronto possa avvenire prima del tavolo tecnico convocato dalla Regione per il 3 Ottobre prossimo con l’obiettivo di pervenire alla firma del protocollo d'intesa per il riuso delle acque depurate. Tale protocollo, che contiene molti "impegni a fare" e che rischia di tradursi in un espediente per addolcire la pillola “condotta”, tende soprattutto – a nostro parere – ad accelerare l’iter del rilascio, da parte del Comune di Nardò, dei pareri mancanti (conformità urbanistica dell'opera e dell'Ufficio Parchi) riguardanti il progetto presentato dall’AQP.

Noi riteniamo che il progetto voluto da Regione e Acquedotto vada rivisto, anche e soprattutto alla luce dei buoni propositi e delle opzioni alternative in discussione sul tavolo tecnico (costruzione di un impianto di affinamento e riutilizzo delle acque a fini irrigui; realizzazione di un sistema di lagunaggio dei reflui; realizzazione di barriere di acqua dolce anti-intrusione salina nella falda acquifera).

Una valida soluzione alternativa al problema della fogna di Porto Cesareo, applicabile anche alla situazione di Nardò, potrebbe essere quella di realizzare degli impianti autonomi per i due comuni, sul modello di quello di Melendugno. Un impianto, quest’ultimo, privo di sbocco a mare, indicato come esempio da imitare dalla Regione, dall'AQP, dalle Associazioni Ambientaliste e premiato in tutta Italia. Dopo questo tipo di trattamento nel depuratore, i reflui, con le caratteristiche del massimo affinamento (tabella IV), sono riversati su suolo all'interno di vasche e servono a "nutrire" una rigogliosa vegetazione, inserita in una “zona umida” utile anche alla fauna. Inoltre, parte di queste acque depurate possono essere utilizzate per usi irrigui (nel solo comprensorio di Nardò pare siano necessari, in determinati periodi dell'anno, circa 300.000 m3 di acqua per l'agricoltura).


Per questi motivi, la Regione e l’AQP hanno il dovere (e l’occasione) di considerare tale soluzione, piuttosto che insistere su un progetto "discutibile", a proposito del quale, oltretutto, non è mai stata data una risposta convincente in merito alla lunghezza della condotta sottomarina. Infatti, non è stata mai tenuta nel debito conto la contraddittorietà fra le indicazioni del Comune di Nardò che individua la lunghezza in 2.400 metri ed il progetto dell'AQP che prevede una lunghezza di soli 1.100 metri (le motivazioni della scelta da parte del Comune di Nardò si possono leggere nella relazione tecnica: "lunghezze di condotte inferiori e/o diffusori più corti non sarebbero in grado, in particolari condizioni ambientali, di rispettare le condizioni di balneabilità delle acque stabilite dalla vigente normativa e tantomeno le caratteristiche biochimiche dell'acqua all'interno del Parco Marino").


Segnaliamo altresì che, qualora il Consiglio di Stato dovesse confermare la sentenza del TAR sul depuratore di Porto Cesareo (il Tribunale amministrativo afferma in sostanza che tale impianto non può entrare in funzione), i reflui di Porto Cesareo rischierebbero di essere convogliati direttamente nel depuratore di Nardò, comportando un carico di reflui da trattare esorbitante soprattutto nel periodo estivo. Infine, ma non per ultimo, ci chiediamo se la Regione si sia attenuta alla  procedura prevista dalla normativa europea (Direttiva 92/43/CEE "habitat"), considerato che l'ipotesi progettuale in questione provocherebbe un rilascio di reflui all'interno del SIC a mare di Torre Inserraglio, confinante, come detto, con l'AMP.

 

Teniamo a precisare che, non intendiamo condurre battaglie di campanile, ma vogliamo difendere e tutelare il territorio e il mare, ricchezze che il mondo ci invidia e che rischiano di essere compromesse per miopia e riluttanza a ricercare soluzioni vicine agli attese dei cittadini e rispettose dell’ambiente.

1° ottobre 2014

 

Rino Giuri – Coordinatore PD Nardò

Paolo Maccagnano – Noi x Nardò 

Riccardo Leuzzi – Coordinatore “Partecipa”