Traffico internazionale di rifiuti tra Puglia, Egitto, Libia e Iran

Legambiente: «La Puglia si conferma base logistica dei traffici transfrontalieri. Si utilizzino gli strumenti repressivi previsti dalla Legge sugli ecoreati, principale deterrente alle illegalità ambientali»

 

BARI - «Il traffico illegale di rifiuti – dichiarano Stefano Ciafani, direttore generale di Legambiente, e Francesco Tarantini, presidente di Legambiente Puglia – rimane uno dei settori preferiti della criminalità ambientale che guarda sempre di più oltre il confine italiano, come dimostra l’operazione “Cannibal Cars”, condotta dai Carabinieri forestali del Gruppo di Bari a seguito di un’inchiesta sul traffico transfrontaliero di rifiuti pericolosi tra Italia, Egitto, Iran e Libia. Traffici che sfregiano le regole del libero mercato, della tutela ambientale e della salute dei cittadini. Per combattere le ecomafie e questo fenomeno criminale che opera su scala globale, oltre ad applicare nei casi previsti la legge sui delitti ambientali, è fondamentale rafforzare sempre di più i controlli e puntare ad una collaborazione tra gli inquirenti su scala internazionale, anche attraverso scambi di informazioni e dati di tutti gli operatori coinvolti».

 

L’operazione di questa mattina è solo l’ultima di una lunga serie. Non a caso, infatti, come emerge dall’ultimo Rapporto Ecomafia di Legambiente, contro le attività organizzate per il traffico illecito dei rifiuti, dal 2002 al giugno 2017, nella nostra regione, ci sono state 60 inchieste, circa il 17,3% di quelle compiute su tutto il territorio nazionale. Inchieste che hanno portato a 176 ordinanze di custodia cautelare, 420 persone denunciate, e hanno coinvolto 72 aziende con oltre 3,5 milioni di tonnellate di rifiuti sequestrate. 

 

Nel ciclo illegale dei rifiuti, invece, la Puglia si piazza al secondo posto, con 644 infrazioni accertate, l’11,3% sul totale nazionale, 760 persone denunciate e 294 sequestri effettuati, ed è la prima regione per numero di arresti, ben 42. Mentre, nella classifica provinciale dell’illegalità nel ciclo dei rifiuti nel 2016, a livello nazionale, Bari e Foggia si piazzano rispettivamente al quarto e quinto posto con 165 e 146 infrazioni accertate.

«Questi numeri, per quanto apparentemente sconfortanti, sono in realtà il frutto del capillare lavoro di controllo del territorio e contrasto alle illegalità ambientali svolto in tutta la regione dalle Forze dell’Ordine e dalla magistratura che, ormai da due anni, possono contare sulla legge sugli ecoreati contro chi pensa di lucrare a danno della salute dei cittadini e del territorioNel 2016, infatti, in Puglia, grazie alla Legge 68/2015 sugli ecoreati, le forze di polizia hanno contestato 35 infrazioni, effettuato 10 sequestri, denunciando 87 persone e arrestandone ben 14. La legge resta uno dei principali deterrenti per arginare i reati ambientali che affliggono la nostra regione che, considerata la sua posizione geografica, rimane la base logistica, la porta d’ingresso o d’uscita, per i traffici internazionali di rifiuti» conclude Tarantini.